Medicina
Nuovi dati dello studio di fase 3 KEYNOTE-045 sono stati presentati nel corso dell’European Cancer Congress ( ECCO )
hanno mostrato la maggiore efficacia dell’immunoterapico Pembrolizumab ( Keytruda ) rispetto alla chemioterapia nel trattamento del carcinoma uroteliale metastatico, in pazienti già trattati con una precedente chemioterapia standard a base di Platino.
La sopravvivenza mediana dei pazienti trattati con Pembrolizumab è stata pari a 10.3 mesi contro i 7.4 mesi con la chemioterapia.
Lo studio KEYNOTE-045 rappresenta un significativo avanzamento nel trattamento di seconda linea dei pazienti con tumore uroteliale della vescica e delle vie urinarie, in fase metastatica, dopo il fallimento di un precedente trattamento a base di Platino.
Pembrolizumab ha inoltre dimostrato un maggiore numero di risposte: 21% rispetto a 11% con la chemioterapia.
La durata mediana della risposta non è ancora stata raggiunta, mentre è era solamente di 4.3 mesi con la chemioterapia.
I vantaggi di sopravvivenza e di risposta sono stati osservati in tutte le categorie di pazienti, indipendentemente dall’espressione di PD-L1 da parte delle cellule tumorali.
I pazienti con carcinoma uroteliale metastatico dopo fallimento delle terapie di prima linea dispongono solo della Vinflunina.
L’obiettivo è ora quello di impiegare gli immunoterapici in una fase più precoce della malattia.
Presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano ( INT-MI ) è attivo lo studio, PURE-01, che è mirato al trattamento pre-operatorio dei pazienti affetti da carcinoma uroteliale della vescica in fase muscolo-infiltrante, prima della cistectomia radicale. ( Xagena )
Fonte: Merck, 2017
XagenaHeadlines2017