Efficacia della terapia profilattica con ICD nella sindrome di Brugada
Sono stati analizzati i dati di follow-up della terapia con defibrillatore cardioverter impiantabile ( ICD ) nella sindrome di Brugada.
Lo studio retrospettivo ha coinvolto 47 pazienti ( età media: 44.5 anni ) affetti da sindrome di Brugada, che sono stati sottoposti a impianto di defibrillatore impiantabile profilattico, primario.
Tutti i pazienti avevano al basale un ECG di tipo 1 ( coved type ) spontaneo ( 23 pazienti ), o farmaco-indotto ( 24 pazienti ).
Tutti i pazienti erano ad alto rischio a causa di sincope ( 26 pazienti ) e/o di una storia familiare positiva di morte improvvisa ( 26 pazienti ).
Durante un follow-up mediano di 47.5 mesi, in 7 pazienti lo shock è stato appropriato.
La presenza di ECG di tipo 1 spontaneo e tachicardia ventricolare non sostenuta nel datalog dell’ICD era indice di un trend verso una più breve sopravvivenza libera da shock appropriati all’analisi di Kaplan-Meier ( p = 0.037 e p = 0.012, rispettivamente ).
Un totale di 17 pazienti ha ricevuto shock inappropriati: 8 pazienti per tachicardia sinusale, 6 pazienti per aritmie atriali di nuova insorgenza e 5 pazienti per oversensing.
All’analisi di regressione multivariata di Cox, la fibrillazione atriale di nuova insorgenza ed un’età inferiore ai 50 anni erano predittori indipendenti di una sopravvivenza libera da shock inappropriati, significativamente più breve ( p = 0.04 e p = 0.036, rispettivamente ).
I dati dello studio hanno mostrato che nei pazienti con sindrome di Brugada ad alto rischio, la terapia profilattica primaria con ICD è un trattamento efficace. ( Xagena_2007 )
Sarkozy A et al, Eur Heart J 2007; 28: 334-344
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Cardio2007