Ablazione con radiofrequenza nella fibrillazione atriale: conseguenze neurologiche della fistola atrioesofagea
L’ablazione con radiofrequenza per fibrillazione atriale è una procedura effettuata con maggiore frequenza.
E’ eseguita durante la chirurgia cardiaca o per via percutanea con catetere.
Una pericolosa complicazione dell’ablazione con radiofrequenza per fibrillazione atriale è la fistola atrioesofagea, che si manifesta soprattutto a livello neurologico a causa di emboli da cibo.
Uno studio ha descritto i sintomi della fistola atrio esofagea, gli esami diagnostici, la terapia e gli esiti in 28 pazienti con fibrillazione atriale sottoposti ad ablazione mediante radiofrequenza.
Nei casi esaminati la fistola atrio-esofagea si è sviluppata tra 3 e 38 giorni dopo l’intervento ablativo.
Confusione, crisi di grande male, meningite, segni focali corticali e attacchi ischemici transitori ( TIA ) post-prandiali associati a febbre sono stati registrati in 21 di 28 pazienti.
Gli esami del sangue hanno mostrato leucocitosi, elevati livelli sierici di proteina C-reattiva e trombocitopenia e le colture ematiche sono risultate spesso positive per i batteri.
La puntura lombare ha rivelato pleiocitosi, elevati livelli proteici, aumentati livelli di lattato e batteri.
La diagnosi è stata formulata con tomografia computerizzata al torace con contrasto.
L’endoscopia, l’inserimento di sonde naso-gastriche e l’ecocardiografia transesofagea si sono rivelate dannose, portando a un aumento della dimensione della fistola e a embolia da cibo o da aria.
La terapia ha previsto chirurgia ( n = 11 ) o stent esofageo temporaneo ( n = 1 ).
I restanti pazienti sono deceduti prima dell’intervento chirurgico o della conferma della diagnosi.
Un deficit neurologico è rimasto in 3 dei 9 pazienti sopravvissuti.
In conclusione, nei pazienti con meningite, ictus, crisi epilettiche o alterazione della coscienza e febbre, è importante determinare se sono stati in precedenza sottoposti ad ablazione con radiofrequenza per fibrillazione atriale.
Nei casi che mostrano una storia recente di ablazione con radiofrequenza per fibrillazione atriale, dovrebbe essere presa in seria considerazione la presenza di fistola atrio-esofagea, soprattutto se sono presenti anche sintomi come disfagia o dolore al petto.
Dopo ablazione con radiofrequenza per fibrillazione atriale, il paziente, la sua famiglia e il suo medico curante dovrebbero essere informati sui sintomi della fistola atrioesofagea che si può manifestare anche settimane dopo l’intervento ablativo. ( Xagena_2009 )
Stöllberger C et al, Arch Neurol 2009; 66: 884-887
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