Una storia di scompenso cardiaco è in grado di predire l’efficacia della terapia antiaritmica
Nei pazienti sopravvissuti a tachicardia ventricolare minacciante la vita, una storia di insufficienza cardiaca cronica prima di un episodio di tachicardia ventricolare può fornire informazioni prognostiche.
I Ricercatori hanno valutato gli outcome ( esiti ) dei pazienti partecipanti allo studio AVID ( Antiarrythmics versus Implantable Defibrillors ).
Sono stati inclusi nello studio i pazienti con fibrillazione ventricolare, tachicardia ventricolare con sincope o tachicardia ventricolare con compromissione emodinamica, e che presentavano frazione d’eiezione ventricolare sinistra ( FEVS ) inferiore o uguale al 40%.
Le opzioni di trattamento comprendevano: defibrillatore cardioverter impiantabile o farmaci antiaritmici, generalmente Amiodarone ( Cordarone ).
Come atteso, una storia di insufficienza cardiaca cronica era associata ad un aumentato alto rischio di morte aritmica e non-aritmica.
Un’interazione è stata osservata tra trattamento dell’aritmia ( ICD o farmaci antiaritmici ) e stato di storia di insufficienza cardiaca cronica: il vantaggio di sopravvivenza con un defibrillatore impiantabile, rispetto alla terapia antiaritmica, era ristretto ai pazienti con storia di insufficienza cardiaca cronica. ( Xagena_2006 )
Brodsky MA et al, Am Heart J 2006; 152: 724-730
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