Registro LORHEN: efficacia nella real life di Secukinumab nelle spondiloartropatie
Uno studio, che ha preso in esame i dati del Registro italiano LORHEN ( Lombardy Rheumatology Network Registry ), ha dimostrato che il trattamento delle spondiloartropatie ( artrite psoriasica e spondiloartrite assiale ) con Secukinumab ( Cosentyx ) si è confermato efficace a 1 anno nella real life.
Inoltre è risultato associato a tassi elevati di persistenza alla terapia fino a 3 anni, come pure a un profilo di sicurezza favorevole per entrambe le condizioni trattate.
Questi risultati hanno confermato quelli ottenuti dagli studi clinici, e sono a sostegno dell’impiego del farmaco nelle spondiloartropatie.
Il registro LORHEN raccoglie i dati relativi a pazienti reumatologici visitati in Lombardia.
L’obiettivo dell’analisi era quello di valutare l’efficacia nella pratica clinica reale e la persistenza al trattamento con Secukinumab nei pazienti affetti da artrite psoriasica o da spondiloartrite assiale.
L’efficacia del trattamento è stata misurata come variazione media a 3, 6 e a 12 mesi rispetto al basale dei punteggi DAPSA e ASDAS di attività di malattia, rispettivamente, nella artrite psoriasica e nella spondiloartrite assiale.
Inoltre, è stata effettuata anche, a 6 e a 12 mesi, una valutazione della remissione in base all’indice DAPSA e dell’inattività di malattia in base all’indice ASDAS.
E’ stata successivamente calcolata in modo retrospettivo la persistenza alla terapia, indicata come periodo di tempo fino alla completa interruzione del trattamento o come tempo al primo salto di somministrazione dall’inizio del trattamento con Secukinumab.
La popolazione in studio era costituita da 195 pazienti con artrite psoriasica ( 55.4% di sesso femminile, con età media pari a 50.7 anno, durata media di malattia pari a 10 anni, e punteggio medio DAPSA al basale pari 23.12 ) e 94 pazienti con spondiloartrite assiale ( 61.7% di sesso maschile, con età media pari a 49.1 anni, durata media di malattia pari a 10.4 anno, punteggio medio ASDAS al basale pari a 3.41 ).
Di questi, la percentuale di pazienti che era stata trattata con Secukinumab come primo farmaco biologico in assoluto era pari al 26.5%, mentre era pari al 33% quella dei pazienti trattata con l’inibitore di IL-17A come farmaco biologico successivo ad altri DMARDb pregressi.
Dai dati è emerso che, rispetto al basale, i valori medi a 3, 6 e 12 mesi dell’indice DAPSA ( 12.6, 11.2 e 9.3, rispettivamente ) e dell’indice ASDAS ( 2.23, 2.15, e 1.84, rispettivamente ) si erano ridotti in modo statisticamente significativo ( p inferiore a 0.001 per tutti i timepoint considerati ).
I tassi di remissione / malattia inattiva a 3, 6 e a 12 mesi sono stati pari al 15.5%, 25.4% e al 30.5% nei pazienti con artrite psoriasica, mentre quelli relativi ai pazienti con spondiloartrite assiale sono stati pari, rispettivamente, al 18%, 23.7% e al 28.6%.
La persistenza alla terapia a 1 anno e a 3 anni è stata pari, rispettivamente, al 79.4% e al 66.6% nei pazienti con artrite psoriasica e al 72.3% e al 70.1% in quelli con spondiloartrite assiale, in assenza di differenze significative tra i due gruppi ( p=0.517 ).
La ragione più frequente di abbandono della terapia è stata la mancata efficacia, tanto nei pazienti con artrite psoriasica ( n=41 ) quanto in quelli con spondiloartrite assiale ( n=20 ), mentre solo 8 pazienti con artrite psoriasica e 6 pazienti con spondiloartrite assiale hanno abbandonato la terapia con Secukinumab a causa di eventi avversi.
Dall'analisi dei dati sono emerse conferme nella real life dell’efficacia clinica di Secukinumab a 1 anno e della persistenza alla terapia a 3 anni sia nei pazienti affetti da artrite psoriasica che in quelli affetti da spondiloartrite assiale. ( Xagena_2020 )
Fonte: EULAR - European League Against Rheumatism, 2020
Xagena_Medicina_2020