Stent medicato al Paclitaxel nella prevenzione della ristenosi coronarica
L'efficacia di un impianto di stent coronarico è limitata dall'iperplasia dell'intima che porta a ristenosi.
Lo studio ha valutato la capacità di uno stent medicato con un farmaco antiproliferativo , Paclitaxel, nel prevenire la ristenosi coronarica.
Un totale di 177 pazienti con lesioni coronariche di lunghezza inferiore a 15 mm e di diametro 2,25-3,5 mm, è stato sottoposto a impianto di stent medicati al Paclitaxel [ basso dosaggio: 1,3 microg/mm(2); alto dosaggio: 3,1 microg/mm(2) ], confrontandoli con stent non medicati.
I pazienti sono stati anche trattati con antiaggreganti piastrinici: Aspirina + Ticlopidina ( n=120 ), Clopidogrel ( n=18 ), Cilostazolo ( n=37 ).
Il successo tecnico è stato raggiunto nel 99% dei pazienti ( 176/177 ).
Durante il periodo di follow-up i pazienti sottoposti a stent medicato ad alto dosaggio di Paclitaxel hanno presentato risultati migliori rispetto ai pazienti con Paclitaxel a basso dosaggio, per quanto riguardava il grado di stenosi, perdita tardiva di diametro luminale e ristenosi superiore al 50%.
L'analisi compiuta mediante ultrasuoni ha evidenziato una riduzione dose-dipendente del volume dell'iperplasia dell'intima.
E' stata osservata una maggiore incidenza di eventi cardiaci peggiori nei pazienti che hanno ricevuto Cilostazolo, rispetto a coloro che hanno assunto Ticlopidina o Clopidogrel.
Ad 1 mese tra i pazienti che hanno ricevuto Ticlopidina o Clopidogrel la sopravvivenza libera da eventi è stata del 98% e del 100%, rispettivamente, e del 96% in entrambi i gruppi a 4-6 mesi.
Da questo studio emerge che l'impianto di stent medicati con il Paclitaxel assieme alla terapia antiaggregante piastrinica inibisce la ristenosi e l'iperplasia della neointima con un profilo di sicurezza simile a quello degli stent non-medicati. ( Xagena_2003 )
Park SJ et al, N Engl J Med 2003; 348:1537-1545