Rivestimenti polimerici e ritardo nella guarigione arteriosa in seguito a impianto di stent a rilascio di farmaci
L’efficacia della tecnologia degli stent medicati ( DES ) nei confronti della restenosi si basa sul rilascio locale e modulato di farmaci citotossici mirati a inibire l’iperplasia della neointima. Il controllo della cinetica di rilascio dei farmaci è una componente fondamentale nell’efficacia dei questa tecnologia. Fino ad oggi, questo controllo è stato effettuato in modo piuttosto efficace attraverso il rivestimento degli stent con polimeri non erodibili ( permanenti ), che facilitano il caricamento del farmaco e che ritardano il rilascio del farmaco attivo.
I quattro sistemi attualmente approvati dall’FDA ( Food and Drug Administration ) utilizzano un sistema di rilascio del farmaco basato su un polimero permanente. Nella tecnologia dei polimeri, una sfida importante è raggiungere l’equilibrio tra la necessità di lipofilia ( in modo da legare il farmaco attivo ) e di idrofilia (c he offre una maggiore biocompatibilità ).
Un ritardo nella guarigione arteriosa in seguito a impianto di DES è stato osservato sia in studi autoptici sull’uomo sia in modelli animali, ed è coinvolto nell’occlusione trombotica tardiva e nella ritardata perdita di efficacia contro la restenosi.
Tale ritardo è caratterizzato da: 1) depositi persistenti di fibrina; 2) ritardo di endotelizzazione; 3) infiammazione cronica, e 4) persistente attivazione piastrinica.
All’interno del segmento si riscontra tipicamente una eterogeneità nel grado di guarigione. La risposta infiammatoria ai residui polimerici svolge un ruolo importante e potrebbe essere aspecifica ( prevalentemente monocito-macrofagica ) o associata a ipersensibilità.
Il fallimento dei primi modelli preclinici nel predire in modo adeguato il ritardo nella guarigione arteriosa nell’uomo è stato un problema rilevante. Gli stent a eluizione di farmaco di seconda generazione tentano di risolvere il problema del ritardo nella guarigione arteriosa utilizzando stent con una struttura più sottile, un minor carico di farmaco e polimeri più biocompatibili. Attualmente lo sviluppo è focalizzato verso rivestimenti polimerici biodegradabili, che offrono la prospettiva di un rilascio controllato del farmaco senza possibili effetti collaterali associati al polimero. ( Xagena_2009 )
Byrne RA et a, Minerva Cardioangiologica 2009; 57: 567-584
Link: MedicinaNews.it
Cardio2009