La terapia di desensibilizzazione all’Aspirina


Sebbene l’Acido Acetilsalicilico ( Aspirina ) sia comunemente impiegato nei pazienti con malattia cardiovascolare cronica, in una minoranza di pazienti si riscontra sensibilità a questo principio attivo e ad altri farmaci antinfiammatori non-steroidei ( FANS ).

L’incidenza di malattia del tratto respiratorio esacerbata dall’Aspirina è approssimativamente del 10%, mentre per l’orticaria indotta da Aspirina la prevalenza varia tra lo 0.07% e lo 0.2% della popolazione generale.

La sensibilità all’Aspirina si manifesta più spesso come rinite, asma o orticaria/angiodema, indotta da farmaci antinfiammatori non steroidei,che inibiscono la ciclo-ossigenasi 1 ( COX-1 ), e che reagiscono in modo crociato.

Il meccanismo primario della sensibilità è meno frequentemente legato alla produzione di anticorpi IgE farmaco-specifici che portano ad orticaria/angiodema e, raramente, ad anafilassi.

La maggior parte dei pazienti con sensibilità all’Acido Acetilsalicilico può sottoporsi a terapia di desensibilizzazione con sicurezza e con alta percentuale di successo, fatta eccezione per i casi di orticaria cronica idiopatica.
Tuttavia, non esistono studi clinici randomizzati che valutano l’efficacia della desensibilizzazione all’Aspirina.

Inoltre, l’esperienza riguardo alla desensibilizzazione all’Acido Acetilsalicilico nei pazienti con malattia coronarica è molto limitata.

Dopo il successo della desensibilizzazione, la terapia con Acido Acetilsalicilico deve essere continuata a tempo indefinito per prevenire la re-sensibilizzazione.

Poiché i dati sono attualmente limitati, dovrebbero essere effettuati studi clinici su ampia scala per determinare la sicurezza e l’efficacia della terapia desensibilizzante verso l’Acido Acetilsalicilico nei pazienti con concomitante malattia coronarica. ( Xagena_2004 )

Gollapudi RR et al, JAMA 2004 ; 292 : 3017-3023



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