Novità nello scompenso cardiaco con ridotta frazione di eiezione: Entresto, una associazione di un inibitore della neprilesina e di un sartano


Lo scompenso cardiaco è una malattia debilitante e potenzialmente fatale, che colpisce oltre 60 milioni di persone in tutto il mondo. È la principale causa di ospedalizzazione tra le persone di età superiore ai 65 anni.
Circa la metà delle persone affette da scompenso cardiaco presenta anche ridotta frazione di eiezione ( HFrEF ).
Ridotta frazione di eiezione significa che il cuore non si contrae con forza sufficiente. Di conseguenza pompa una quantità di sangue inferiore al normale.

E' stata approvata una nuova terapia per il trattamento dello scompenso cardiaco con ridotta frazione d'eiezione; si tratta di una associazione orale precostituita dell'inibitore della neprilesina Sacubitril e dall'antagonista dei recettori dell'angiotensina Valsartan ( Entresto ).
La neprilesina è un'endopeptidasi neutra che degrada alcuni peptidi vasoattivi, inclusi i peptidi natriuretici, la bradichinina e l'adrenomedullina. L'inibizione della neprilesina ad opera del metabolita attivo di Sacubitril aumenta i livelli di questi peptidi, riducendo di fatto la vasocostrizione, la ritenzione di sodio e il rimodellamento maladattivo.
Il Valsartan blocca i recettori dell'angiotensina II di tipo 1 ( AT1 ), inibendo l'angiotensina II e il rilascio dell'aldosterone.

I dati di efficacia sull'associazione Sacubitril e Valsartan derivano da PARADIGM-HF, uno studio di fase III, randomizzato, controllato, in doppio cieco, condotto su 8442 pazienti con scompenso cardiaco di classe II-IV e ridotta frazione di eiezione ( inferiore o uguale a 40%; rivisto successivamente a un valore uguale o inferiore a 35% ).
I pazienti sono stati randomizzati a ricevere Sacubitril e Valsartan 200 mg due volte al giorno o Enalapril 10 mg bid ( due volte die ), entrambi in aggiunta alla terapia di fondo.
L'end point primario era un composito di mortalità cardiovascolare e ospedalizzazione per insufficienza cardiaca.

Dopo 27 mesi di follow-up lo studio è stato interrotto prematuramente in quanto la terza analisi ad interim predefinita ha mostrato una mortalità cardiovascolare inferiore nei pazienti nel braccio dell'associazione Sacubitril e Valsartan.

Risultati dal confronto Sacubitril e Valsartan versus Enalapril: A) Mortalità cardiovascolare o ospedalizzazione per scompenso cardiaco 21.8% vs. 26.5% ( hazard ratio, HR=0.80; IC 95%, 0.73-0.87; P inferiore a 0.001; numero necessario da trattare per ottenere un esito, NNT=21 ); B) Mortalità cardiovascolare 13.3% vs. 16.5% ( HR=0.80; IC 95%, 0.71-0.89; P inferiore a 0.001; NNT=31 ); C) Ospedalizzazione per scompenso cardiaco 12.8% vs. 15.6% ( HR=0.79; IC 95%, 0.71-0.89 P inferiore a 0.001; NNT=36 ); D) Mortalità per tutte le cause 17.0% vs. 19.8% ( HR=0.84; IC 95%, 0.76-0.93; P inferiore a 0.001; NNT=36 ).

L'analisi per sottogruppi ha evidenziato un miglioramento nell'esito primario per i pazienti affetti da scompenso cardiaco classe NYHA I e II con l'associazione Sacubitril e Valsartan, ma tale tendenza non si è riscontrata nei pazienti con scompenso classe NYHA III-IV, cioè nei pazienti più gravi.
Nessun miglioramento dell'esito primario è stato ottenuto nei sottogruppi: pazienti di età maggiore o uguale a 75 anni; pazienti con frazione d'eiezione maggiore del 35%.

L'associazione Sacubitril e Valsartan si somministra due volte al giorno in combinazione alle altre terapie per lo scompenso cardiaco, al posto di un ACE inibitore o di un antagonista del recettore dell’angiotensina II ( sartano ). ( Xagena_2016 )

Fonte: Novartis, 2016

Xagena_Medicina_2016