ABthrax nel trattamento dell’antrace per inalazione
L’antrace da inalazione causato dal Bacillus anthracis è associata a un’elevata mortalità legata in primo luogo al danno mediato dalla tossina.
Raxibacumab ( ABthrax ) è un anticorpo monoclonale IgG1-lambda umano diretto contro l’antigene protettivo, un componente della tossina dell’antrace.
E’ stata valutata l’efficacia di Raxibacumab, come agente protettivo prima dell’insorgenza della malattia e successivamente, in 4 studi randomizzati, placebo-controllati condotti su modelli animali ( conigli e scimmie ).
Gli animali sono stati esposti ad aerosol di spore di Bacillus anthracis pari a circa 100 volte ( negli studi profilattici ) e 200 volte ( negli studi di intervento-terapeutico ) la dose letale mediana.
Negli studi di intervento-terapeutico, gli animali sono stati monitorati per l’insorgenza dei sintomi.
Gli animali con antigene protettivo rilevabile nel siero, con un significativo aumento della temperatura, o entrambe le caratteristiche, hanno ricevuto un singolo bolo endovenoso di placebo o Raxibacumab a una dose di 20 mg per kg di peso corporeo o 40 mg per kg.
L’endpoint primario era la sopravvivenza al giorno 14 ( nei conigli ) o al giorno 28 ( nelle scimmie ).
Sono stati condotti studi di sicurezza con Raxibacumab per via endovenosa ( 40 mg per kg ) in 333 persone sane volontarie.
Sia nei conigli sia nelle scimmie il tempo di individuazione dell’antigene protettivo era correlato con il tempo alla batteriemia ( r=0.9, P<0.001 ).
Negli studi di intervento-terapeutico, il tasso di sopravvivenza è risultato significativamente più alto tra i conigli che avevano ricevuto Raxibacumab alla dose di 40 mg per kg ( 44% ) che in quelli che avevano ricevuto placebo ( 0%; P=0.003 ).
Il trattamento con Raxibacumab ha aumentato significativamente la sopravvivenza anche nelle scimmie ( 64% vs. 0% con placebo; P<0.001 ).
Nei volontari umani, Raxibacumab per via endovenosa al dosaggio di 40 mg per kg ha mostrato un’emivita di 20-22 giorni e e concentrazione massima del farmaco in eccesso rispetto ai livelli considerati protettivi per gli animali.
Le concentrazioni di Raxibacumab forniscono un endpoint surrogato che potrebbe essere predittivo di beneficio clinico.
In conclusione, una singola dose di Raxibacumab migliora la sopravvivenza nei conigli e nelle scimmie esposti all’antrace per inalazione. ( Xagena_2009 )
Migone TS et al, N Engl J Med 2009; 361:135-144
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