Gefitinib nel tumore del polmone non a piccole cellule con mutazioni EGFR


La Commissione Europea ha concesso l’autorizzazione alla commercializzazione per Iressa ( Gefitinib ) nel trattamento dei pazienti adulti con carcinoma del polmone non a piccole cellule avanzato o metastatico ( NSCLC ) in presenza di mutazioni riguardanti EGFR ( recettore del fattore di crescita epidermoidale ), in tutte le linee di terapia.

Iressa agisce inibendo la tirosin-chinasi di EGFR, bloccando in tal modo la trasmissione dei segnali coinvolti nella crescita e nella diffusione dei tumori.
Nelle persone non-asiatiche una mutazione in EGFR si presenta nel 10-15% dei tumori polmonari; studi hanno mostrato che questi tipi di tumore sono particolarmente sensibili a Gefitinib.

Nel 2005, AstraZeneca aveva deciso il ritiro dal commercio di Iressa dopo i risultati dello studio di fase III ISEL nei pazienti, pre-trattati, non-eleggibili per un’ulteriore trattamento chemioterapico.
Iressa non ha incontrato l’endpoint primario di miglioramento, statisticamente significativo, della sopravvivenza generale, rispetto al placebo, anche se il farmaco aveva prodotto importanti benefici clinici, tra cui la riduzione della massa tumorale e un significativo miglioramento nel tempo al fallimento del trattamento.
La natura refrattaria della popolazione dello studio ISEL ( pazienti i cui tumori erano cresciuti durante o subito dopo aver ricevuto una precedente chemioterapia ) è stata considerata la più probabile spiegazione per giustificare il non ottimale successo terapeutico.

Dopo i dati dello studio INTEREST, nel maggio 2008, AstraZeneca ha ripresentato la domanda di autorizzazione alla commercializzazione per Iressa; nel terzo trimestre 2008 AstraZeneca ha aggiunto al dossier i dati dello studio IPASS.

Lo studio INTEREST ( Iressa Non-small-cell lung cancer Trial Evaluating Response and Survival against Taxotere ) ha valutato la sopravvivenza con Iressa rispetto a Docetaxel ( Taxotere ) in 1.466 pazienti con carcinoma polmonare non-a-piccole-cellule localmente avanzato o metastatico, precedentemente trattati con chemioterapia basata sul Platino.
L’endpoint primario di INTEREST era la sopravvivenza generale, con l’obiettivo di dimostrare che Iressa era non-inferiore alla chemioterapia con Docetaxel.

Lo studio, in aperto, a gruppi paralleli, IPASS ( Iressa Pan-Asia Study ) ha valutato l’efficacia, la sicurezza e la tollerabilità di Iressa verso l’associazione Carboplatino / Paclitaxel, come trattamento di prima linea in una popolazione selezionata di pazienti asiatici.
L’endpoint primario di IPASS era la sopravvivenza libera da progressione. Lo studio aveva l’obiettivo di dimostrare che Iressa non era inferiore alla chemioterapia basata su Carboplatino e Paclitaxel. ( Xagena_2009 )

Fonte: AstraZeneca, 2009



Link: MedicinaNews.it

XagenaFarmaci_2009