Cancro al seno metastatico HER2-negativo con mutazione germinale BRCA 1/2: Talzenna a base di Talazoparib
Talzenna ( Talazoparib ) è un inibitore PARP, indicato come monoterapia per il trattamento dei pazienti affetti da carcinoma mammario HER2-negativo, localmente avanzato o metastatico, con mutazioni germinali BRCA1/2.
Le pazienti, prima di assumere Talzenna, devono essere state in precedenza trattate con una antraciclina e/o un taxano nel setting neoadiuvante, localmente avanzato o metastatico, e le pazienti con cancro alla mammella positivo ai recettori ormonali ( HR+ ) devono essere state precedentemente sottoposte a terapia endocrina o ritenute non-idonee alla terapia endocrina.
In Italia ogni anno si ammalano di cancro al seno circa 50.000 donne; di queste il 15% svilupperà metastasi o avrà già metastasi al momento della diagnosi.
Attualmente, almeno 37.000 donne convivono con una diagnosi di cancro al seno localmente avanzato o metastatico; nel 10% dei casi il tumore esprime una mutazione della linea germinale del gene BRCA trasmesso per via ereditaria.
Gli inibitori PARP agiscono sui meccanismi di riparazione del DNA nelle cellule tumorali della mammella causandone la morte.
Quando le cellule tumorali vengono esposte a sostanze che bloccano il meccanismo di riparazione correlato a PARP, non sono più in grado di riparare in alcun modo i danni del DNA e questo ne blocca la crescita ed avvia il processo di apoptosi.
Talzenna era stato approvato nell’Unione Europea nel giugno 2019.
L’approvazione di Talzenna si basa sui risultati dello studio di fase 3 randomizzato EMBRACA.
Lo studio EMBRACA ha messo a confronto Talazoparib con la chemioterapia standard ( Capecitabina, Eribulina, Gemcitabina, Vinorelbina ) ed è stato condotto su 431 pazienti affette da carcinoma alla mammella localmente avanzato o metastatico HER-2 negativo con mutazione germinale BRCA, precedentemente trattate con non più di 3 regimi chemioterapici citotossici.
Non erano ammessi trattamenti precedenti con PARP-inibitori.
Lo studio ha dimostrato che con Talazoparib, a 12 mesi dall’inizio del trattamento, la malattia non ha mostrato una progressione in circa il 40% delle pazienti trattate con Talazoparib rispetto al 20% delle pazienti sottoposte a chemioterapia, con una riduzione del rischio di progressione di circa il 50%.
L’efficacia di Talazoparib è stata osservata sia nel sottogruppo di pazienti con tumore triplo negativo che nel sottogruppo con tumore con recettori ormonali positivi, così come nel sottogruppo non-pretrattato o pretrattato con chemioterapia.
Inoltre, una riduzione delle lesioni tumorali è stata osservata nel 63% delle pazienti trattate con Talazoparib rispetto al 27% delle pazienti che avevano ricevuto chemioterapia standard.
Infine, il trattamento con Talazoparib ha determinato un significativo miglioramento, rispetto alla chemioterapia, dello stato di salute globale e della qualità di vita. ( Xagena_2021 )
Fonte: AIFA, 2021
Xagena_Medicina_2021