Trattamento dell’ipertensione: nessuna implicazione pratica dallo Studio ASCOT-BPLA


Lo studio ASCOT-BPLA ( Anglo-Scandinavian Cardiac Outcomes Trial–Blood Pressure Lowering Arm ) ha interessato 19.257 pazienti con ipertensione ed almeno altri 3 fattori di rischio cardiovascolare.

I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale ad un regime a base di Amlodipina / Perindopril, oppure ad un regime a base di Atenololo / Bendroflumetiazide, per la terapia antipertensiva.

I pazienti sono stati trattati con Amlodipina ( Norvasc ) ad un dosaggio iniziale di 5mg e fino ad un massimo di 10mg con o senza Perindopril ( Coversyl/Aceon ) ad un dosaggio iniziale di 4mg e fino a 8mg, oppure ad Atenololo al dosaggio iniziale di 50mg e fino ad un massimo di 100mg con o senza il diuretico tiazidico Bendroflumetiazide ( 1.25mg iniziali fino a 2.5mg ).

Quando lo studio ASCOT-BPLA è stato presentato all’American College of Cardiology 2005 Annual Meeting, è stato sottolineato che l’associazione di un calcioantagonista e di un Ace inibitore era superiore alla strategia con un beta-bloccante ed un diuretico nel controllo della pressione sanguigna.

Secondo una revisione di Prescrire International, i dosaggi scelti nello studio erano a favore dell’Amlodipina in termini di effetti attesi sulla pressione sanguigna, sulla mortalità cardiovascolare e sull’ictus.

In realtà, l’Amlodipina non era associata ad una riduzione della mortalità totale o a una più bassa incidenza dell’outcome primario ( infarto miocardico non-fatale o morte coronarica ).

Il trattamento di prima scelta per prevenire la morbidità e la mortalità cardiovascolare, associate all’ipertensione, rimane il diuretico tiazidico ( Clortalidone o Idroclorotiazide ). ( Xagena_2006 )

Fonte: Prescrire International, 2006




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