Neurosarcoidosi: benefici dai corticosteroidi associati a terapia immunosoppressiva
La neurosarcoidosi è un disturbo neurologico relativamente raro. Il trattamento con corticosteroidi ha come obiettivo quello di controllare la progressione dei sintomi.
Tuttavia sono state proposte terapie immunosoppressive alternative, come intervento precoce nei pazienti che presentano sintomi disabilitanti.
E’ stata valutata l’esperienza presso l’Allegheny General Hospital durante l’ultima decade riguardo ai trattamenti immunosoppressori alternativi, tra cui I corticosteroidi, nei pazienti con neurosarcoidosi.
Sono stati esaminati 78 pazienti con sarcoidosi, e suddivisi in 3 gruppi: neurosarcoidosi possibile, probabile o definita.
Sono stati inclusi 5 casi di neurosarcoidosi isolata.
Un totale di 43 pazienti presentavano neurosarcoidosi definita o probabile, ed altri 5 neurosarcoidosi isolata.
Altri 30 pazienti, che presentavano neurosarcoidosi possibile, non sono stati inclusi nell’analisi di risposta al trattamento.
Il periodo osservazionale ( follow-up) medio è stato di 44,1 mesi.
Venti pazienti sono stati trattati solamente con corticosteroidi, somministrati come terapia pulse e/o come terapia di mantenimento.
Ventisei pazienti sono stati trattati con farmaci immunosoppressori alternativi, con 23 di loro che hanno ricevuto questi farmaci al momento della diagnosi o entro 6 mesi dalla diagnosi di neurosarcoidosi.
Tra I pazienti che hanno ricevuto terapie immunosoppressive alternative, il 69% ha presentato miglioramenti, il 15% è rimasto stabile, ed il 15% è peggiorato ( tra cui 1 caso fatale ).
Tra i pazienti trattati solamente con corticosteroidi, il 35% è migliorato, il 55% è risultato stabile, ed il 10% è peggiorato.
Due pazienti non hanno ricevuto trattamento.
Quasi la metà dei pazienti con neurosarcoidosi studiati presentavano malattia disabilitante e ad alto rischio per la progressione della malattia.
Questi pazienti ad alto rischio sono stati trattati con corticosteroidi associati a terapia immunosoppressiva alternativa.
Risultati favorevoli sono stati ottenuti nella maggior parte di questi pazienti. Gli effetti tossici correlati ai trattamenti sono risultati minimi. ( Xagena_2007 )
Scott TF et al, Arch Neurol 2007; 64: 691-696
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