Carcinoma duttale in situ localmente escisso: effetto di Tamoxifene più radioterapia
I risultati iniziali dello studio UK/ANZ DCIS ( UK, Australia, and New Zealand ductal carcinoma in situ ) suggeriscono che la radioterapia riduce il rischio di nuovi eventi mammari di carcinoma duttale in situ e carcinoma invasivo ipsilaterale rispetto all’assenza di radioterapia, ma non sono stati osservati effetti significativi con Tamoxifene ( Nolvadex ).
Sono stati riportati i risultati a lungo termine dello studio.
Donne con carcinoma duttale in situ completamente escisso a livello locale sono state randomizzate in uno studio fattoriale 2×2 a radioterapia, Tamoxifene o entrambe.
La randomizzazione è stata effettuata indipendentemente per ciascuno dei 2 trattamenti ( radioterapia e Tamoxifene ), stratificati per centro di screening di valutazione.
La dose raccomandata di radiazione è stata di 50 Gy in 25 frazioni in un periodo di 5 settimane ( 2 Gy al giorno nei giorni lavorativi ) e il Tamoxifene è stato prescritto alla dose di 20 mg al giorno per 5 anni.
Gli endpoint di interesse primario erano nuovi eventi mammari invasivi ipsilaterali per il confronto con la radioterapia e qualunque nuovo evento mammario, inclusa malattia controlaterale e carcinoma duttale in situ, per Tamoxifene.
Le analisi di ciascuno dei due confronti di trattamento è risultato ristretto a pazienti assegnati in maniera casuale a quel trattamento.
Le analisi sono state effettuate per intention-to-treat.
Nel periodo 1990-1998, 1701 donne sono state assegnate in maniera casuale a radioterapia e Tamoxifene, radioterapia da sola, Tamoxifene da solo o a nessun trattamento adiuvante.
Nel corso dello studio, 7 pazienti hanno fatto registrare violazioni del protocollo e quindi le analisi sono state effettuate su 1694 pazienti disponibili.
Dopo un follow-up mediano di 12.7 anni, sono stati diagnosticati 376 carcinomi mammari ( 163 carcinomi invasivi [ 122 ipsilaterali vs 39 controlaterali ], 197 carcinomi duttali in situ [ 174 ipsilaterali vs 17 controlaterali ] e 16 di invasività o lateralità non nota ).
La radioterapia ha ridotto l’incidenza di nuovi eventi mammari generali ( hazard ratio [ HR ] 0.41; p inferiore a 0.0001 ), riducendo l’incidenza di malattia invasiva ipsilaterale ( HR=0.32; p inferiore a 0.0001 ) così come quella di carcinoma duttale in situ ipsilaterale ( HR=0.38; p inferiore a 0.0001 ), ma senza effetto sul tumore alla mammella controlaterale ( HR=0.84; p=0.6 ).
L’uso di Tamoxifene ha ridotto l’incidenza di nuovi eventi mammari generali ( HR=0.71; p=0.002 ), riducendo il carcinoma duttale in situ ricorrente ipsilaterale ( HR=0.70; p=0.03 ) e tumori controlaterali ( HR=0.44; p=0.005 ), senza effetti sulla malattia invasiva ipsilaterale ( HR=0.95; p=0.8 ).
Nello studio non sono stati raccolti dati relativi a eventi avversi ad eccezione della causa di morte.
In conclusione, questa analisi aggiornata ha confermato l’effetto benefico a lungo termine della radioterapia, e ha mostrato un beneficio legato all’uso di Tamoxifene nella riduzione dei nuovi eventi mammari locali e controlaterali per donne con carcinoma duttale in situ sottoposte a escissione locale completa. ( Xagena_2011 )
Cuzick J et al, Lancet Oncol 2011; 12: 21-29
Link: OncologiaMedica.net
Link: MedicinaNews.it
Onco2011 Gyne2011 Farma2011
XagenaFarmaci_2011