Cancro al seno metastatico HR+/ HER2-, approvato in Italia Ibrance
E' stato approvato dall'AIFA per il trattamento delle donne con cancro al seno metastatico HR+/HER2, che rappresenta circa il 60% di tutti i casi di carcinoma mammario metastatico, Ibrance ( Palbociclib ).
Ibrance, che agisce inibendo le chinasi ciclina-dipendenti 4 e 6 ( CDK 4/6 ), è indicato per il trattamento del carcinoma mammario localmente avanzato o metastatico positivo ai recettori ormonali ( HR ) e negativo al recettore del fattore di crescita epidermico umano 2 ( HER2 ):
- in associazione ad un inibitore dell’aromatasi;
- in associazione a Fulvestrant in donne che hanno ricevuto una terapia endocrina precedente. In donne in pre- o peri-menopausa, la terapia endocrina deve essere associata a un agonista dell’ormone di rilascio dell’ormone luteinizzante ( LHRH ).
In Italia si stima siano circa 30.000 le donne con cancro al seno in forma avanzata o metastatica, caratterizzata dalla diffusione del cancro alla mammella ad altre zone del corpo, come ossa, fegato, polmone o cervello.
Solo il 5-10% dei 50.000 nuovi casi annui di tumore alla mammella è in fase metastatica al momento della diagnosi, ma circa il 30% delle donne con diagnosi iniziale di cancro al seno in stadio precoce potrà sviluppare un tumore mammario metastatico durante la vita.
Il tumore della mammella metastatico, a differenza della forma non-metastatica, è un tumore che ha invaso i vasi sanguigni e/o linfatici e ha raggiunto altri organi e tessuti, sviluppando nuove sedi di malattia a distanza macroscopicamente visibili a differenza delle forme non-metastatiche, la guarigione è, purtroppo, più difficilmente perseguibile con gli attuali trattamenti a disposizione.
Numerosi farmaci innovativi approvati negli ultimi anni, tra cui il Palbociclib per le forme ormonopositive, stanno progressivamente rendendo il tumore mammario metastatico una malattia cronica, con la quale le pazienti convivono sempre più a lungo e con una discreta qualità di vita.
I meccanismi molecolari alla base del processo di metastatizzazione sono probabilmente da ricercare nella riprogrammazione del profilo di espressione genica di alcune cellule neoplastiche, che acquisiscono anche mutazioni che conferiscono resistenza o sensibilità a trattamenti antitumorali, che le rendono differenti rispetto al tumore primitivo.
Nel carcinoma alla mammella metastatico HR+/HER2- la terapia endocrina ha rappresentato e rappresenta ancora la pietra miliare del trattamento antitumorale; la stragrande maggioranza delle pazienti acquisisce col tempo resistenza alla terapia endocrina.
Palbociclib rappresenta una opzione terapeutica ulteriore per prolungare il controllo della malattia senza necessariamente ricorrere alla chemioterapia in un gruppo di pazienti che mostra resistenza alle terapie endocrine usuali, a prezzo di tossicità accettabili nella maggior parte dei casi e mantenendo una buona qualità di vita.
Negli studi registrativi, l’associazione di Palbociclib a Fulvestrant ha raddoppiato la sopravvivenza senza progressione di malattia.
L’iter approvativo di Palbociclib si basa su un robusto corpus di dati che comprende i risultati dello studio PALOMA-1 di fase 2 in donne in post-menopausa con carcinoma mammario metastatico positivo al recettore degli estrogeni ( ER+ )/HER2- che non avevano ricevuto una precedente terapia sistemica per la loro malattia avanzata, lo studio PALOMA-2 di fase 3 eseguito nella stessa popolazione di pazienti e lo studio PALOMA-3 di fase 3 in donne con cancro alla mammella metastatico HR+/HER2- in progressione dopo una precedente terapia endocrina.
Tutti e tre gli studi randomizzati hanno dimostrato che Palbociclib in combinazione con una terapia endocrina prolunga significativamente la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) rispetto alla sola terapia endocrina o alla terapia endocrina con placebo. ( Xagena_2018 )
Fonte: Pfizer, 2018
Xagena_Medicina_2018