Epatocarcinoma non-eleggibile per il trapianto di fegato: radioterapia interna selettiva con SIR-Spheres
I pazienti con epatocarcinoma che non sono eleggibili per il trapianto di fegato, la chirurgia o l'ablazione quale trattamento dei loro tumori si trovano ad affrontare prognosi alquanto infauste, di soli uno o due anni di vita con debilitazione e dolore crescenti.
In molti casi, l'epatocarcinoma del paziente è già talmente avanzato che la principale opzione di trattamento disponibile è Sorafenib ( Nexavar ).
In altri casi, è possibile, inizialmente, trattare i pazienti con malattia di fase intermedia con diverse sedute di chemioterapia infusa direttamente nel fegato, la cosiddetta chemioembolizzazione transarteriosa o TACE, ma questo approccio può non avere effetto.
Per i pazienti con epatocarcinoma in fase avanzata o che non rispondono alla TACE, nell'ultimo decennio ci siamo affidati al trattamento sistemico orale con Sorafenib, che ha dimostrato di allungare la sopravvivenza rispetto al placebo, ma che causa anche molti effetti collaterali che possono compromettere la qualità di vita dei pazienti.
E' stato preso in esame un nuovo tipo di terapia diretta al fegato, la radioterapia interna selettiva, o SIRT, con SIR-Spheres.
Studi di piccole dimensioni e analisi retrospettive hanno suggerito come SIR-Spheres potesse essere efficace e ben tollerato dai pazienti affetti da epatocarcinoma.
Lo studio randomizzato, controllato e in aperto SARAH ( SorAfenib versus Radioembolization in Advanced Hepatocellular carcinoma ) ha confrontato direttamente l'efficacia della radioterapia interna selettiva con le microsfere in resina con iItrio-90 [ Y-90 ], rispetto a Sorafenib.
Lo studio SARAH è iniziato nel dicembre 2011 e l'arruolamento è terminato nel febbraio 2015.
Con 459 pazienti trattati in 25 Centri clinici di tutta la Francia, SARAH è il più grande studio randomizzato mai condotto che confronta la radioterapia interna selettiva - o qualsiasi terapia diretta al fegato - con la terapia sistemica standard nel trattamento del tumore primario al fegato.
Quasi il 70% dei pazienti dello studio SARAH presentavano epatocarcinoma in fase avanzata ( stadio C secondo la classificazione Barcelona Clinic Liver Cancer ), con trombosi della vena porta e assenza di diffusione extraepatica.
Gran parte dei pazienti non avevano risposto a due cicli di TACE.
I pazienti con epatocarcinoma rappresentano il 90% di tutti i casi diagnosticati di cancro primario al fegato, che è la sesta patologia oncologica più comune e la seconda causa di decesso per cancro al mondo.
L'epatocarcinoma colpisce prevalentemente pazienti con cirrosi dovuta a qualsiasi causa, inclusa epatite virale, abuso di alcol e malattia del fegato grasso e causa globalmente oltre 670.000 decessi all'anno.
Tra le persone a rischio di epatocarcinoma, l'incidenza della malattia aumenta progressivamente con l'avanzare dell'età, raggiungendo un picco attorno ai 70 anni.
Complessivamente, un terzo dei pazienti con cirrosi epatica svilupperà epatocarcinoma nel corso della vita.
Oltre a queste cause, attualmente si ipotizza che fino a un paziente su otto ( 12.8% ) affetto da steatoepatite non-alcolica ( NASH ) con cirrosi evolverà in epatocarcinoma.
La NASH, che si ritiene sia scatenata dal diabete mellito di tipo II, resistenza all'insulina, obesità, iperlipidemia e ipertensione, è diventata la causa principale di malattie del fegato nei Paesi occidentali.
La progressione della NASH aumenta drammaticamente i rischi di cirrosi, insufficienza epatica ed epatocarcinoma.
Si ritiene che ciò sia correlato alla diffusione a livello mondiale di diabete mellito e obesità.
L'epatocarcinoma colpisce più frequentemente gli uomini rispetto alle donne, tranne in Africa, dove le donne sono più colpite.
La SIRT con microsfere in resina SIR-Spheres con Ittrio-90 è un trattamento approvato per i tumori al fegato inoperabili.
E' un trattamento minimamente invasivo che somministra alte dosi di radiazioni beta ad alta energia direttamente sui tumori.
La SIRT viene somministrata ai pazienti da radiologi interventisti, che infondono milioni di microsfere in resina radioattive ( di diametro compreso tra 20-60 micron ) attraverso un catetere inserito nelle arterie epatiche che irrorano i tumori.
Utilizzando l'irrorazione sanguigna del tumore, le microsfere colpiscono selettivamente i tumori al fegato con una dose di radiazioni che è fino a 40 volte più alta rispetto alla radioterapia convenzionale, risparmiando il tessuto sano circostante. ( Xagena_2017 )
Fonte: Sirtex, 2017
Xagena_Medicina_2017