Donne portatrici di una mutazione nei geni BRCA1 o BRCA2: la salpingo-ooforectomia riduce il rischio di tumori ginecologici
La salpingo-ooforectomia ( rimozione delle ovaie e delle tube di Fallopio ) preventiva riduce il rischio relativo di tumore del seno del 50% circa e il rischio di tumore ovarico e delle tube dell’80% circa nelle donne portatrici di una mutazione nei geni BRCA1 o BRCA2.
È quanto emerge da un articolo apparso sul Journal of the National Cancer Institute ( JNCI ).
Studi precedenti avevano mostrato una riduzione sostanziale nel rischio di cancro del seno, dell’ovaio o delle tube nelle donne con mutazioni in BRCA1/2 dopo salpingo-ooforectomia. Tuttavia le dimensioni di questo beneficio non erano note.
Per ottenere stime più precise della dimensione del beneficio, Timothy Rebbeck della University of Pennsylvania School of Medicine a Filadelfia ( Stati Uniti ) e colleghi hanno analizzato i risultati di 10 studi pubblicati.
Dall’analisi è emerso che la salpingo-ooforectomia per la riduzione del rischio è associata a una diminuzione del 79% del rischio relativo per il tumore dell’ovaio e delle tube di Fallopio e a un 51% di riduzione per il rischio relativo di tumore della mammella.
Quando i Ricercatori hanno analizzato l’effetto della chirurgia preventiva sulle portatrici di mutazioni in BRCA1 e BRCA2 separatamente, hanno osservato simili benefici nei due gruppi in termini di rischio di tumore mammario, con un 53% di riduzione per ogni gruppo.
Per quanto riguarda i tumori ginecologici, i numeri erano troppo bassi per consentire un’analisi separata del rischio.
In conclusione, le stime finali di riduzione del rischio emerse dallo studio confermano che le portatrici di mutazioni in BRCA1/2 trattate con salpingo-ooforectomia mostrano un rischio ridotto di carcinoma mammario e dell’ovaio. Tuttavia dopo l’intervento chirurgico rimane un rischio residuo di tumore. Sono dunque necessarie ulteriori strategie per la riduzione del rischio e lo screening per ridurre al minimo l’incidenza di cancro e la mortalità ad esso collegata nella popolazione ad alto rischio. ( Xagena_2009 )
Fonte: Journal of the National Cancer Institute, 2009
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