Efficacia della Pimavanserina nel trattamento della psicosi associata alla malattia di Parkinson
I pazienti affetti da malattia di Parkinson spesso soffrono anche di psicosi, in particolare allucinazioni e delirio.
Per contrastare questo effetto secondario della malattia può essere impiegato un nuovo farmaco, la Pimavanserina ( Nuplazid ).
La Pimavanserina è un medicinale non-dopaminergico e potrebbe rivelarsi un trattamento sicuro ed efficace per questo tipo di sintomi.
La psicosi non solo peggiora la morbilità dei parkinsoniani incrementandone la frequenza di ricoveri, ma aumenta anche in modo notevole la mortalità. E non esistevano, ad oggi, terapie farmacologiche sicure ed efficaci.
Al momento, gli unici farmaci disponibili sono la Clozapina e la Quetiapina, antipsicotici che però peggiorano i sintomi motori.
I sintomi motori aumentano il rischio di ictus e accelerano il declino cognitivo.
Al contrario, la Pimavanserina blocca i recettori della serotonina 5-HT2a nella neocorteccia, ovvero nella zona del cervello che gestisce le percezioni sensoriali, il linguaggio e il pensiero cosciente; aree associate ad allucinazioni e deliri.
La sperimentazione ha riguardato 199 pazienti con più di 40 anni con malattia di Parkinson e psicosi.
I partecipanti sono stati assegnati all'assunzione di 40 mg di Pimavanserina per via orale o placebo, una volta al giorno per 6 settimane.
E' stata impiegata una scala semiquantitativa adattata, la SAPS-PD, per valutare i sintomi psicotici a intervalli regolari dall’inizio alla fine dello studio.
Dopo 6 settimane, i pazienti che avevano assunto la Pimavanserina hanno mostrato una riduzione significativa dei fenomeni psicotici rispetto agli altri, con conseguente miglioramenti nel ciclo sonno-veglia e nessun peggioramento dei sintomi motori.
Sono necessari studi per determinare l'efficacia della Pimavanserina rispetto a Clozapina o Quetiapina, ma dallo studio è emersa l'utilità della Pimavanserina nel trattamento della psicosi da Parkinson.
La Pimavanserina potrebbe anche prevenire la progressione verso sintomi più gravi e nel gestire la psicosi anche in altri disturbi, come la malattia di Alzheimer. ( Xagena_2013 )
Fonte: The Lancet, 2013
Xagena_Medicina_2013