Esacerbazioni di BPCO, permangono i dubbi sull'impiego dei beta-bloccanti
Nei pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva ( BPCO ) da moderata a grave e senza indicazione per i beta-bloccanti, l’uso di Metoprololo non ha portato a differenze nel tempo alla prima esacerbazione rispetto al placebo.
L’uso di Metoprololo è risultato associato a un maggior rischio di esacerbazioni che necessitano ricovero in ospedale.
Sono necessari studi randomizzati per determinare il rapporto rischio-beneficio in questi pazienti.
Uno studio prospettico e randomizzato ha coinvolto 532 pazienti ( età 40-85 anni ) con BCPO, assegnati in modo casuale a ricevere un beta-bloccante, Metoprololo a rilascio prolungato, o placebo.
Oltre a una storia clinica di BPCO, i pazienti avevano una limitazione moderata del flusso aereo e un aumentato rischio di esacerbazione.
Sono stati esclusi i pazienti con indicazione per l’uso di beta-bloccanti e quelli che già li assumevano.
L’endpoint primario era il tempo alla prima esacerbazione di BPCO nel corso del periodo di trattamento ( 336-350 giorni ).
Il valore medio del volume espiratorio forzato in 1 secondo ( FEV1 ) è stato del 41.1% del valore predetto.
Lo studio è stato interrotto precocemente per futilità rispetto all’endpoint primario e per motivi di sicurezza.
Non sono emerse differenze tra i gruppi nel tempo alla prima esacerbazione ( 202 giorni nel gruppo Metoprololo e 222 giorni nel gruppo placebo; hazard ratio per Metoprololo vs. placebo, HR=1.05; P=0,66 ).
L’uso di Metoprololo è risultato associato a un maggior rischio di esacerbazioni con ricovero in ospedale ( HR=1.91 ).
Le reazioni avverse associate a Metoprololo hanno mostrato frequenze simili nei due gruppi, così come gli eventi avversi gravi non-respiratori in generale.
Nel periodo di trattamento, si sono registrati 11 decessi nel gruppo Metoprololo e 5 nel gruppo placebo.
Non è possibile stabilire se i risultati sono generalizzabili anche ai pazienti con minor rischio di esacerbazione o ad altri beta-bloccanti.
Lo studio non aveva la potenza necessaria per identificare differenze nel rischio tra sottopopolazioni, né i fattori di rischio che predisponevano a eventi avversi nel corso del trattamento con Metoprololo.
I risultati non sono generalizzabili a pazienti già in trattamento con Metoprololo.
La broncopneumopatia cronica ostruttiva è la terza causa di morte nel mondo.
Molti pazienti vanno incontro a esacerbazioni nonostante la terapia di mantenimento e servono nuovi approcci terapeutici per evitare tali eventi.
Studi osservazionali avevano suggerito un potenziale ruolo per i beta-bloccanti nei pazienti con BPCO, ma i dati disponibili non sono conclusivi. ( Xagena_2019 )
Fonte: European Respiratory Society ( ERS ) Meeting, 2019
Xagena_Medicina_2019