Insulina detemir in aggiunta alla terapia orale nel diabete di tipo 2


Ricercatori dell’University of Oxford in Gran Bretagna, ha valutato l’aggiunta di uno regime a base di Insulina alla terapia orale in 708 pazienti con diabete mellito di tipo 2, con livelli sotto-ottimali di emoglobina glicosilata mentre erano in trattamento con Metformina e una sulfonilurea.

I pazienti sono stati assegnati in maniera casuale a ricevere Insulina aspart bifasica ( NovoMix ) due volte al giorno, Insulina aspart prandiale ( Novorapid ) tre volte al giorno o Insulina detemir ( Levemir ) una volta al giorno ( 2 volte se necessario ).
La terapia con sulfonilurea è stata sostituita da un secondo tipo di Insulina qualora i livelli di emoglobina glicata fossero superiori a 6.5%.

I livelli mediani di emoglobina glicosilata sono risultati simili con i tre regimi: 7.1% con l’Insulina aspart bifasica, 6.8% con l’Insulina aspart prandiale e 6.9% con l’Insulina detemir ( P=0,28 ).

Tuttavia, un minor numero di pazienti trattati con Insulina aspart bifasica ha presentato un livello di glicoemoglobina 6.5% o inferiore ( 31.9% ), che in quello prandiale ( 44.7%; P=0.006 ) o in quello basale ( 43.2%; P=0.03 ).
Il 67.7%, 73.6% e 81.6% dei pazienti, rispettivamente, ha dovuto essere trattato con un secondo tipo di Insulina ( P=0.002 ).

La percentuale mediana di ipoglicemia per paziente per anno è risultata più bassa nel gruppo Insulina detemir ( 1.7 ), intermedia nel gruppo Insulina aspart bifasica ( 3.0 ) e più alta di tutti nel gruppo Insulina aspart prandiale ( 5.7 ) ( P<0.001 ).

L’aumento medio di peso è risultato maggiore nel gruppo Insulina aspart prandiale che nel gruppo aspart bifasico o in quello detemir.
I pazienti che hanno aggiunto Insulina detemir o Insulina aspart prandiale alla terapia orale hanno presentato un miglior controllo dell’emoglobina glicosilata rispetto a quelli che hanno aggiunto Insulina aspart bifasica.
I pazienti che hanno aggiunto Insulina detemir sono andati incontro a un minor numero di episodi ipoglicemici e a un minor aumento di peso.

Fonte: The New England Journal of Medicine, 2009

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