Gravidanza: induzione dell’aborto
L’induzione dell’aborto è una pratica che consiste nell’interruzione dello sviluppo dell’embrione o del feto e può essere effettuata per via chirurgica o per via chimica.
La via chimica consente il distacco dell’embrione o del feto dall’utero senza l’intervento chirurgico. Si tratta di somministrare entro il 42esimo giorno di gestazione un principio attivo steroideo ,il mifepristoneanche chiamatoRU486 che induce il distacco del feto, associato ad una prostaglandina, ilGemeprost che invece agevola l’espulsione dell’embrione/feto e quindi la pulizia dell’utero.
In ogni caso ancora oggi la via chirurgica è ancora quella più utilizzata nella maggior parte dei casi; si tratta di un intervento di breve durata svolto in anestesia parziale che differisce a seconda del periodo di gestazione.
Dal 42esimo giorno fino all’8 settimana previa dilatazione delle cervice l’embrione viene “aspirato” tramite la cannula di karman.
Dalla 9 alla 12 settimana viene eseguita la revisione della cavità uterina; sotto anestesia la cervice viene dilatata attraverso dilatatori meccanici o chimici per consentire il passaggio delle cannule necessarie all’aspirazione del feto; entro l’8 settimana è possibili praticare l’isterosuzione che differisce dalla revisione per il fatto che si può intervenire senza la dilatazione della cervice.
Dalla 13 alla 15 settimana si opera con la revisione strumentale della cavità uterina.
Dalla 16 alla 20 settimana viene somministrata l’ossitocina per via endovenosa, la quale stimola le contrazioni uterine e facilita l’espulsione del feto, dopodiché si effettua la revisione uterina per l’asportazione di eventuali residui.
Oltre la 20 settimana viene somministrata una soluzione di urea e prostaglandine direttamente nel sacco amniotico. ( Xagena_2010 )
Gyne2010