Farmaci per lo scompenso cardiaco: il trattamento con Entresto prolunga la sopravvivenza
Lo scompenso cardiaco, in Italia, colpisce oltre 1 milione di persone destinate a crescere inesorabilmente con l'invecchiamento della popolazione.
Se si esclude il parto, è la prima causa di ricovero con circa 190 mila ospedalizzazioni all'anno.
Un nuovo farmaco costituito dalla associazione di Sacubitril e Valsartan ( Entresto ), è in grado di ridurre la mortalità cardiovascolare del 20% allungando la vita dei malati di un anno e 3 mesi in media.
Entresto è il capostipite di una nuova famiglia di medicinali, ARNI ( inibitori del recettore dell’angiotensina e della neprilisina ).
La combinazione Sacubitril e Valsartan trova indicazione contro lo scompenso cardiaco cronico di tipo sistolico. Quello, cioè, che compromette la funzione di pompa del cuore.
Il medicinale agisce con un doppio meccanismo inedito: alla vasodilatazione e al calo pressorio prodotti dal Valsartan, un inibitore del recettore di tipo 1 dell'angiotensina II, si unisce l'effetto del Sacubitril, inibitore di un enzima, la neprilisina, che degrada alcuni ormoni prodotti dal muscolo cardiaco per ridurre la pressione arteriosa e favorire l'eliminazione del sodio attraverso le urine.
Il trattamento con Entresto aiuta il cuore nella sua duplice funzione, quella di pompa e quella di ghiandola, inaugurando un nuovo paradigma: se prima si agiva solo inibendo il sistema simpatico con i beta-bloccanti e il sistema renina-angiotensina con Ace-inibitori, sartani e antialdosteronici, ora si potenzia il sistema neuro-ormonale dei peptidi natriuretici.
Da una inibizione neuro-ormonale si passa a una modulazione neuro-ormonale".
Questo farmaco, ora indicato nel 30-40% dei pazienti con scompenso cardiaco, andrà a sostituire completamente gli Ace-inibitori e i sartani.
L'approvazione di Entresto è dovuta ai risultati di PARADIGM-HF. Dallo studio, condotto su oltre 8.400 malati, non è emerso soltanto un aumento della sopravvivenza, ma anche una migliore qualità di vita in termini di riduzione delle riospedalizzazioni, con un -21% di ricoveri per scompenso cardiaco.
Per un paziente con scompenso cardiaco subire una ospedalizzazione significa avere un'aspettativa di vita di 2.4 anni, mentre con 2 ospedalizzazioni la prognosi si dimezza a 1.2 anni.
Il trattamento con Entresto migliora la qualità di vita del paziente, che diventa più attivo, più dinamico, con cambiamenti anche nell'umore e nella prontezza cognitiva, perché in questi malati c'è un decadimento causato dal fatto che il cuore non pompa abbastanza sangue al cervello. ( Xagena_2017 )
Fonte: Novartis, 2017
Xagena_Medicina_2017