Oftalmopatia tiroidea: risultati positivi con Rituximab
La malattia di Graves ipertiroidea è una condizione mediata dalle cellule B, causata da anticorpi anti-recettore TSH, che declina quando la malattia di Graves va in remissione.
L’anticorpo monoclonale anti-CD20, Rituximab ( Rituxan; in Italia: MabThera ) induce deplezione transitoria delle cellule B che possono potenzialmente modificare la fase infiammatoria attiva dell’oftalmopatia associata alla tiroide.
Sono stati studiati 9 pazienti con malattia di Graves ( 7 con oftalmopatia tiroidea attiva, 2 con segni lievi alla palpebra ).
Lo studio in aperto ha confrontato l’effetto della terapia con Rituximab ( 1000mg ev 2 volte ad intervalli di 15 giorni ) rispetto alla terapia con glucocorticoidi ( 500mg ev per 16 settimane ) in 20 pazienti consecutivi.
L’oftalmopatia è stata valutata mediante il punteggio di attività clinica ( CAS ) e la gravità è stata classificata usando NOSPECS ( nessun segno o sintomi , solo segni [ palpebre], coinvolgimento del tessuto molle, proptosi, coinvolgimento del muscolo extraoculare, coinvolgimento corneale, perdita della vista ).
Tutti i pazienti sono andati incontro a deplezione periferica delle cellule B con la prima infusione di Rituximab.
Effetti collaterali nuovi sono stati osservati in 3 pazienti. La funzione tiroidea non è stata influenzata dalla terapia con Rituximab ed i pazienti con ipertiroidismo hanno richiesto terapia con Metimazolo ( Tapazole ).
Dopo terapia con Rituximab, i cambiamenti nei livelli degli anticorpi antitiroglobulina, anticorpi antiperossidasi tiroidea e anticorpi antirecettore del TSH non sono risultati significativi e neppure correlati con la deplezione delle cellule CD20+ ( p non significativo ).
Il valore di CAS prima della terapia con Rituximab è stato di 4.7 ed è diminuito a 1.8 al termine del periodo osservazionale ( p < 0.0001 ), con maggiore significatività rispetto al trattamento con glucocorticoidi per via endovenosa ( p < 0.05 ).
La proptosi è diminuita in modo significativo dopo Rituximab sia nei pazienti con oftalmopatia tiroidea attiva ( ANOVA; p < 0.0001 ) che in quelli con segni palpebrali ( ANOVA; p < 0.001 ).
Recidive di oftalmopatia tiroidea non sono state osservate nei pazienti trattati con Rituximab, mentre si sono presentate nel 10% dei pazienti trattati con glucocorticoidi, che hanno presentato una più alta incidenza di effetti indesiderati ( 45% versus 33% ).
Secondo gli Autori, il Rituximab produce un effetto benefico sul decorso clinico dell’oftalmopatia tiroidea, indipendentemente dalla funzione tiroidea o degli anticorpi antitiroide circolanti, tra cui anticorpi anti-recettore del TSH.
I benefici del Rituximab devono essere confermati da studi di più ampie dimensioni. ( Xagena_2007 )
Salvi M et al, Eur J Endocrinol 2007: 156: 33-40
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