Pegaptanib e Ranibizumab nel trattamento della degenerazione maculare senile essudativa


Due nuovi f armaci sono stati approvati per rallentare la progressione di una patologia diffusa tra la popolazione anziana: la degenerazione maculare correlata all’età ( ARMD ).
Questa malattia ad eziologia sconosciuta, con carattere progressivamente degenerativo, provoca la riduzione della capacità visiva e costituisce una delle principali cause di cecità nei soggetti anziani.

Il Pegaptanib ( macugen ) è stato immesso in commercio in Italia nell’ottobre 2006 e a gennaio 2007, l’EMEA ( European Medicines Agency ) ha approvato la commercializzazione anche del Ranibizumab ( Lucentis ), un anticorpo anti-VEGF, proteina con attività angiogenetica fortemente espressa nei pazienti affetti da ARMD.

Alla luce dei dati oggi disponibili, emerge che questi due farmaci possono avere un ruolo nel rallentare la progressione della patologia, anche se al momento gli studi sono ancora limitati per chiarire se questo effetto si mantenga per periodi superiori ai due anni, ma soprattutto se il rapporto beneficio-rischio rimanga favorevole nel lungo periodo.

Inoltre, i diversi approcci terapeutici, come la terapia fotodinamica, la terapia laser e la supplementazione con antiossidanti più zinco, assumono un grado di utilità terapeutica variabile, in funzione dell’estensione e della localizzazione delle lesioni ( se subfoveale o generalizzata ) e del tipo di degenerazione ( se essudativa o atrofica ).
La forma più rara è quella essudativa o umida ed è proprio su questa che si concentra la terapia con i nuovi farmaci e con gli altri interventi non farmacologici.
Per la forma più comune, quella secca, sono invece disponibili poche opzioni terapeutiche.

Attualmente il costo elevato del trattamento con i nuovi farmaci antiangiogenetici rappresenta sicuramente un limite a fronte di benefici modesti ( rallentamento della progressione degenerativa ).

Fonte: Bollettino d’Informazione sui Farmaci, 2007

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