Medicina
Pfizer ha comunicato i dati di uno studio clinico di fase III che hanno mostrato che Inlyta ( Axitinib ) non è riuscito a migliorare in modo significativo la sopravvivenza libera da progressione rispetto a Sorafenib ( Nexavar ) nel trattamento di pazienti naïve con carcinoma avanzato a cellule renali ( RCC ).
Lo studio AGILE 1051 ha arruolato più di 280 pazienti con tumore al rene in fase avanzata, mai trattati.
Lo studio era stato disegnato con l’obiettivo di mostrare un miglioramento del 78% della sopravvivenza libera da progressione con Axitinib, rispetto a Nexavar.
L'endpoint primario dello studio era la sopravvivenza libera da progressione. Gli endpoint secondari dello studio comprendevano la sopravvivenza globale, il tasso di risposta e la sicurezza. I sottogruppi pre-specificati comprendevano pazienti sia con un buon performance status ( ECOG PS 0 ) o performance status intermedio ( ECOG PS 1 ).
Il performance status ECOG è una misura standard utilizzata per valutare lo stato funzionale del paziente.
Un esame preliminare ha mostrato che nella sopravvivenza libera da progressione Axitinib non è risultato statisticamanete superiore a Sorafenib.
Pfizer sta compiendo un’analisi dei sottogruppi pre-specificati.
Inlyta è stato approvato negli Stati Uniti e in Europa all'inizio del 2012 per l'impiego nei pazienti con tumore a cellule renali in fase avanzata, precedentemente trattati e non-responder a Sunitinib o a citochine.
Axitinib è un inibitore selettivo della tirosin chinasi che agisce sui recettori del fattore di crescita vascolare endoteliale (VEGFR)-1, VEGFR-2 e VEGFR-3. Tali recettori sono implicati nell’angiogenesi patologica, nella crescita tumorale e nella progressione metastatica del cancro.
Axitinib ha dimostrato di inibire la proliferazione e la sopravvivenza delle cellule endoteliali VEGF-mediate. ( Xagena )
Fonte: Pfizer, 2012
XagenaHeadlines2012