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Carcinoma del polmone non-a-piccole cellule: l’immunoterapico Atezolizumab allunga la sopravvivenza libera da progressione rispetto a Docetaxel


Nel corso del Congresso dell’ESMO ( European Society for Medical Oncology ) tenutosi a Copenaghen, sono stati presentati i dati dello studio registrativo di fase III OAK, che ha riguardato l’immunoterapico Atezolizumab ( Tecentriq ).

Lo studio ha dimostrato che i pazienti trattati con Atezolizumab hanno raggiunto una sopravvivenza mediana di 13.8 mesi, 4.2 mesi in più rispetto ai pazienti trattati con la chemioterapia a base di Docetaxel ( sopravvivenza globale mediana: 13.8 vs 9.6 mesi; HR=0.73, IC al 95%: 0.62-0.87 ), a prescindere dai livelli di espressione di PD-L1.
Nello studio erano inclusi pazienti con tumori sia squamosi sia non-squamosi.

Nello studio OAK sono stati coinvolti i pazienti affetti da tumore del polmone non-a-piccole cellule ( NSCLC ) con progressione della malattia durante o dopo il trattamento con uno o più chemioterapici a base di Platino ( seconda e terza linea ).

Le reazioni avverse sono risultate paragonabili a quelle osservate in studi precedenti con Atezolizumab.

L’Agenzia regolatoria degli Stati Uniti, FDA ( Food and Drug Administration ), ha concesso ad Atezolizumab la designazione di breakthrough therapy ( BTD; terapia fortemente innovativa ).

Lo studio OAK è uno studio di fase III multicentrico, controllato, randomizzato, in aperto, volto a valutare l’efficacia e la sicurezza di Atezolizumab rispetto a Docetaxel in 1225 pazienti con tumore NSCLC localmente avanzato o metastatico e con progressione della malattia in seguito a un precedente trattamento chemioterapico a base di Platino.
L’analisi primaria ha incluso i primi 850 pazienti. Circa un quarto dei pazienti presentava un tumore squamoso ( 26% ).
I pazienti sono stati randomizzati, in un rapporto 1:1, a ricevere Atezolizumab per via endovenosa 1200 mg ogni 3 settimane fino a perdita di beneficio clinico oppure Docetaxel per via endovenosa 75 mg/m2 ogni 3 settimane fino a tossicità inaccettabile o progressione della malattia.
Gli endpoint co-primari erano la sopravvivenza globale in tutti i pazienti randomizzati ( popolazione intent-to- treat ) e in un sottogruppo di pazienti selezionato in base all'espressione di PD- L1 nella popolazione dell’analisi primaria. ( Xagena )

Fonte: Roche, 2016

XagenaHeadlines2016



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