Medicina
Nello studio CASPIAN, l'immunoterapico anti-PD-L1 Durvalumab ( Imfinzi ) di AstraZeneca nel carcinoma polmonare a piccole cellule ( SCLC ), avanzato, ha migliorato la sopravvivenza globale ( OS ) del 27%.
I dati dello studio di fase 3 saranno utilizzati per chiedere l'approvazione di Imfinzi in combinazione con la chemioterapia nei pazienti precedentemente non-trattati con tumore SCLC a stadio esteso, la forma più aggressiva del carcinoma polmonare.
Nel corso del World Conference on Lung Cancer ( WCLC ), Durvalumab associato a chemioterapia a base di Etoposide ha raggiunto una sopravvivenza mediana globale di 13.0 mesi contro i 10.3 mesi con la sola chemioterapia.
Il principale competitor di Imfinzi è l'inibitore PD-L1 di Tecentriq ( Atezolizumab) di Roche, che è stato approvato nel tumore SCLC come prima linea negli Stati Uniti.
I risultati dei due immunoterapici sono simili, con Tecentriq che ha aumentato, nello studio IMpower133, la sopravvivenza a 12.3 mesi se aggiunto alla chemioterapia rispetto a 10.3 mesi con la sola chemioterapia.
Imfinzi ha anche mostrato una migliore durata della risposta. Dopo 12 mesi la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) con Durvalumab è stata del 17.5% contro il 4.7% con la chemioterapia, con una durata della risposta migliore anche del 22.7% contro il 6.3%. Dopo 18 mesi, il 33.9% dei pazienti trattati con Imfinzi era ancora vivo contro il 24.7% del gruppo controllo.
A differenza di IMpowerr133, lo studio CASPIAN ha preso in esame diverse opzioni di chemioterapia, comprese le combinazioni con Cisplatino o Carboplatino, offrendo ai clinici una più ampia scelta.
Inoltre, Imfinzi possiede dati più forti nei pazienti il cui tumore si è diffuso al sistema nervoso centrale.
Il carcinoma polmonare a piccole cellule è meno comune del carcinoma polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ) ma tende ad essere più aggressivo; è caratterizzato da più rapida crescita e diffusione in altre parti del corpo.
Il tasso di sopravvivenza a 5 anni con questa forma di cancro è inferiore al 6%, con i due terzi dei pazienti con malattia avanzata al momento della diagnosi. ( Xagena )
Fonte: AA.VV, 2019
XagenaHeadlines2019