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Carcinoma uroteliale avanzato o metastatico: Pembrolizumab migliora la sopravvivenza globale e riduce del 30% il rischio di mortalità


Lo studio di fase III KEYNOTE-045, presentato al Congresso della European Society of Medical Oncology ( ESMO ), ha valutato Pembrolizumab ( Keytruda ) rispetto alla chemioterapia di scelta dello sperimentatore ( Paclitaxel, Docetaxel, Vinflunina ).
Sono stati inclusi 542 pazienti con carcinoma uroteliale avanzato o metastatico con progressione della malattia durante o dopo chemioterapia contenente Platino.

A un follow-up di 22.5 mesi la sopravvivenza globale mediana era di 10.3 mesi ( IC 95%: 8.0 – 12.3 ) nel braccio Pembrolizumab versus 7.4 mesi ( IC 95%: 6.3 - 8.3 ) in quello sottoposto a chemioterapia.

Nei pazienti trattati con Pembrolizumab è stata evidenziata una riduzione del 30% del rischio di mortalità.

Nei pazienti i cui tumori esprimono PD-L1 l’analisi ha mostrato una riduzione del rischio di mortalità del 42% e una sopravvivenza globale mediana di 8 mesi con Pembrolizumab rispetto ai 5.2 mesi con chemioterapia.

Questi dati hanno confermato l’efficacia degli inibitori di checkpoint immunitario nel trattamento dei tumori uroteliali associando al vantaggio nella sopravvivenza anche una buona tollerabilità, particolarmente rilevante in una popolazione spesso caratterizzata da età elevata e/o altre patologie anche importanti.

L’EMA ( European Medicines Agency ) ha approvato Keytruda ( Pembrolizumab ) per il trattamento di pazienti con carcinoma uroteliale localmente avanzato o metastatico.
In particolare, Keytruda è approvato per l’uso in monoterapia per il trattamento del carcinoma uroteliale localmente avanzato o metastatico dei pazienti adulti che hanno ricevuto una precedente chemioterapia contenente Platino e di adulti non-eleggibili alla chemioterapia contenente Cisplatino.

Con un follow-up di quasi due anni, dati aggiornati dello studio di fase III continuano a mostrare un beneficio nella sopravvivenza globale nei pazienti con carcinoma uroteliale che presentano progressione della malattia dopo un precedente trattamento chemioterapico.

Nel 2016 in Italia sono stati stimati 23.940 nuovi casi di carcinoma uroteliale, il tipo più frequente ( 90% ) di tumore della vescica. ( Xagena )

Fonte: European Society of Medical Oncology ( ESMO ) Meeting, 2017

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