Medicina
L’Agenzia EMA ( European Medicines Agency ), a seguito di nuove segnalazioni di grave epatotossicità grave associate all'uso di Valdoxan e Thymanax ( Agomelatina ) ha raccomandato agli operatori sanitari, l'importanza del monitoraggio della funzionalità epatica, nei pazienti in trattamento con Agomelatina.
La Agomelatina è un agonista melatoninergico ( recettori MT1 e MT2 ) e un antagonista dei recettori 5-HT2C. Studi di legame hanno indicato che Agomelatina non ha alcun effetto sulla captazione delle monoammine e non ha alcuna affinità per i recettori alfa, beta-adrenergici, istaminergici, colinergici, dopaminergici e benzodiazepinici.
Agomelatina risincronizza i ritmi circadiani nei modelli animali di alterazione del ritmo circadiano. Agomelatina aumenta il rilascio di noradrenalina e dopamina in particolare nella corteccia frontale e non ha influenza sui livelli extracellulari di serotonina.
A partire dall’immissione in commercio nel febbraio 2009, sono stati riportati alcuni casi gravi di epatotossicità che includono sei casi di insufficienza epatica.
I medici prescrittori devono effettuare i test di funzionalità epatica in tutti i pazienti in trattamento con Agomelatina: all’inizio del trattamento, ed in seguito periodicamente ogni 3 settimane, 6 settimane ( termine della fase acuta ), dopo 12 e 24 settimane ( fine della fase di mantenimento ) e successivamente in caso di aumento del dosaggio di Agomelatina, con la stessa frequenza prevista all'inizio del trattamento quando clinicamente indicato.
Qualunque paziente che presenti un aumento delle transaminasi sieriche deve ripetere i test della funzionalità epatica entro 48 ore.
Il trattamento con Agomelatina deve essere immediatamente interrotto se si riscontra un aumento dei livelli di transaminasi sieriche superiore di 3 volte il limite superiore della norma, o se il paziente presenta sintomi o segni di potenziale danno epatico, tra cui: urine scure; feci di colore chiaro; ingiallimento della pelle / occhi; dolore nella regione superiore destra dell’addome; senso di prolungata e inspiegabile stanchezza di nuova insorgenza.
I medici devono informare i pazienti dei sintomi di potenziale danno epatico, e devono avvisarli di interrompere immediatamente l’assunzione di Agomelatina e di rivolgersi celermente a un medico se compaiono questi sintomi.
Occorre prestare cautela quando si prescrive Agomelatina a pazienti che presentano livelli elevati di transaminasi prima del trattamento o a pazienti con fattori di rischio di danno epatico come ad esempio: obesità, sovrappeso, steatosi epatica non-alcolica; notevole assunzione di alcolici o trattamenti concomitanti con medicinali associati a rischio di danno epatico; diabete mellito. ( Xagena )
Fonte: AIFA, 2012
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