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Diabete di tipo 2: Linagliptin non-inferiore a Glimepiride nel miglioramento della glicemia


I risultati di uno studio hanno mostrato che il trattamento con Linagliptin ( Trajenta ) permette di ottenere miglioramenti della glicemia analoghi a quelli ottenibili con Glimepiride ( Amaryl ), una sulfonilurea, in pazienti adulti con diabete mellito di tipo 2, senza adeguato controllo glicemico con la sola Metformina.
Inoltre, il trattamento con Linagliptin è risultato associato a un’incidenza significativamente inferiore di eventi ipoglicemici e ha comportato un calo ponderale di 2.7 kg rispetto a Glimepiride.

Lo studio randomizzato, in doppio cieco, della durata di 2 anni, condotto su 1.552 pazienti, ha valutato l’efficacia di Linagliptin rispetto a Glimepiride, misurata come riduzione dei valori di emoglobina glicata ( HbA1c ) rispetto al basale in pazienti in cui la sola Metformina non era riuscita a determinare un adeguato controllo glicemico.

Dopo due anni sono stati raggiunti i criteri prespecificati di non-inferiorità riguardo all’emoglobina glicata.

Sia l'ipoglicemia sia il guadagno di peso sono risultati ridotti nei pazienti trattati con Linagliptin. E’stato segnalato solo un caso di grave ipoglicemia nel gruppo Linagliptin, rispetto ai 12 casi nel gruppo Glimepridie.

Inoltre, anche se si è verificato solo un piccolo numero di eventi cardiovascolari, una riduzione significativa è stata osservata nel gruppo Linagliptin.

I dati: riduzione della emoglobina glicata media: -0.16% per Linagliptin rispetto allo -0.36% per Glimepiride ( differenza 0.20% ); ipoglicemia: 7% per Linagliptin rispetto al 36% per Glimepiride ( p inferiore a 0.0001 ); peso: -1.4 kg rispetto a +1.3 kg ( p inferiore a 0.0001 ); eventi cardiovascolari: 12 vs 26 eventi, RR=0.46 ( p=0.0213 )

I risultati dello studio sono a sostegno dell'uso di Linagliptin in associazione alla Metformina come opzione terapeutica di seconda linea.

Sono necessari studi di lungo periodo per valutare l’effetto di Linaglitpin sugli esiti cardiovascolari.
Inoltre, questi studi dovranno fornire dati sufficienti riguardo sia all'efficacia ( effetti sulle complicanze diabetiche ) sia alla sicurezza ( pancreatite e cancro del pancreas ) per trarre conclusioni definitive circa il reale valore degli inibitori DPP-4.

Fonte: The Lancet, 2012

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