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E’ morto Luigi Di Bella, un medico dalla parte dei malati


1 Luglio 2003

E’ morto all’età di quasi 91 anni , il Prof Luigi Di Bella , il medico che aveva messo a punto una nuova terapia contro tumori.

Il Ministro della Sanità Girolamo Sirchia ha definito Di Bella un medico che amava il malato , che lo ascoltava , e che si immedesimava nei suoi problemi.

La terapia Di Bella contro i tumori , nota anche come multiterapia o con la sigla Mdb , ha da subito ricevuto il consenso di molti ammalati di cancro.

Infatti a differenza della chemioterapia antitumorale , caratterizzata da una forte tossicità , la terapia Di Bella cercava di aiutare il paziente a vincere il tumore senza debilitarlo.

E’ difficile esprimere un’opinione sull’efficacia della terapia Di Bella in assenza di dati al riguardo, ma sicuramente la terapia proposta da Luigi Di Bella ha rappresentato un nuovo modo di concepire la lotta ai tumori.

La terapia Di Bella si fonda sull’azione sinergica di diversi farmaci , tra cui spiccano la Somatostatina , la Metionina , i Retinoidi , la Bromocriptina.

Il caso Di Bella venne alla ribalta nell’estate del 1997 , quando il Pretore di Maglie, Marco Madaro , ordinò al Servizio Sanitario Nazionale ( SSN ) di rimborsare le spese sostenute da alcuni pazienti con malattia tumorale per la terapia Di Bella.

La grande popolarità di Di Bella , e la stima nei suoi confronti quasi plebiscitaria , creò da subito una dura reazione da parte dell'oncologia ufficiale, che temeva di perdere il proprio prestigio.

Più gli oncologi ufficiali muovevano critiche alla terapia Di Bella e alla figura del medico modenese , maggiore era il consenso popolare attorno a Di Bella .

Per porre fine al caso Di Bella gli oncologi fecero pressioni sull'allora Ministro della Sanità , Rosy Bindi, affinchè nominasse una commissione ministeriale e si organizasse una sperimentazione clinica per verificare l'efficacia della terapia Di Bella.

Nella primavera del 1998 il Ministro nominò una commissione , che allestì rapidamente una sperimentazione clinica.

Dopo pochi mesi la sperimentazione terminò e gli esiti furono negativi.

Attorno a quella sperimentazione si levarono molte critiche , e molti ebbero la sensazione che fossero state compiute delle irregolarità.

Lo stesso Di Bella si lamentò che non erano stati impiegati in modo corretto i suoi farmaci.
Inoltre la mortalità dello studio risultò troppo alta, indicando che erano stati arruolati pazienti in fase terminale, con malattia irreversibile.

Da allora , qualcosa è cambiato nella terapia dei tumori.

Il concetto della pillola magica espresso più di 100 anni fa da Paul Ehrlich sta faticosamente facendosi strada.

Le nuove speranze per i malati di cancro sono ora riposte nei farmaci quali l’Imatinib ( Glivec ) , un inibitore della tirosin-chinasi , nella leucemia mieloide cronica , il Bevacizumab ( Avastin ) , un anticorpo monoclonale anti-angiogenesi, nel carcinoma colorettale, il Bortezomib ( Velcade ) , un inibitore del proteosoma , nel mieloma multiplo refrattario o recidivante.

E’ giusto ricordare Luigi Di Bella con le sue stesse parole:

Il tumore è una forma di vita prorompente e micidiale che si innesta sulla vita normale delle cellule, fino a soffocarla, come fanno le erbacce con i fiori di giardino. Per debellare il male è dai più segreti e complessi meccanismi della vita che occorre partire, perchè di vita anomala, ma sempre di vita si tratta. La chemioterapia, che muove da una mentalità datata ( colpire forte, colpire presto ), si fonda sulla meta, irrealistica ed irrealizzabile, di una tossicità differenziata delle sostanze impiegate ( appunto i chemioterapici ): cioè l'uso di sostanze non tossiche per le cellule sane e mortali per quelle anomale. La terapia Di Bella si propone invece di: 1) arrestare la crescita tumorale 2) inibire la riproduzione delle cellule neoplastiche 3) creare le condizioni biologiche per controllare ed equilibrare la riproduzione delle cellulle. Di conseguenza le formazioni neoplastiche, non potendo più crescere nè riprodursi e trovandosi in un ambiente biologico sfavorevole alla continuazione della loro vita, si avviano all'autodistruzione. L'importante non è tanto e solo ridurre la massa tumorale, che con la chemioterapia ricresce e si metastatizza, quanto rimuovere le cause dei processi anomali senza avvelenare l'organismo. ( testo tratto dal Sito di Luigi Di Bella

Luigi Di Bella, un uomo controcorrente. ( Xagena2003 )



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