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Ibrutinib, risultato incoraggiante nella leucemia linfatica cronica


Pazienti con leucemia linfatica cronica, tratatti con Ibrutinib, hanno presentato una sopravvivenza globale superiore all’80% nel corso di 26 mesi di follow-up.

Ibrutinib è un inibitore orale della tirosin-chinasi di Bruton ( inibitore BTK ) che ha dimostrato efficacia nei tumori maligni delle cellule B.

Uno studio di fase 1b-2 ha indagato la sicurezza, la efficacia, la farmacocinetica e la farmacodinamica di Ibrutinib.

Sono stati studiati 85 pazienti con leucemia linfocitica cronica recidivata o refrattaria o piccolo linfoma linfocitico.
La maggior parte dei pazienti aveva malattia ad alto rischio.

I regimi di trattamento consistevano nella somministrazione di una dose giornaliera di 420 mg ( n=51 ) o di una dose giornaliera di 840 mg ( n=34 ).

Sono stati riscontrati pochi eventi avversi ematologici. Le reazioni avverse che si sono verificate più di frequente sono state: diarrea transitoria di grado 1 o 2, fatigue, infezioni del tratto respiratorio superiore.

E’ stato riportato un tasso di risposta globale del 71% in entrambi i gruppi di trattamento. Inoltre, una risposta parziale con linfocitosi si è verificata nel 20% dei pazienti trattati con il dosaggio di 420 mg e nel 15% dei pazienti che hanno ricevuto 840 mg.

Le risposte erano indipendenti dai fattori di rischio clinici e genomici osservati prima di iniziare il trattamento. Questi fattori di rischio comprendevano: malattia di stadio avanzato, numero di precedenti terapie, e delezione 17p13.1.

La sopravvivenza libera da progressione stimata a 26 mesi è stata del 75%. La sopravvivenza globale stimata al momento dell’analisi è stata pari all’83%. ( Xagena )

Fonte: The New England Journal of Medicine, 2013

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