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Ramucirumab migliora la sopravvivenza nei pazienti con adenocarcinoma gastrico e della giunzione gastroesofagea


I pazienti con adenocarcinoma gastrico e della giunzione gastroesofagea in fase avanzata vanno incontro a significativi benefici di sopravvivenza dopo monoterapia con Ramucirumab.

Nello studio di fase III REGARD, in doppio cieco, un totale di 355 pazienti di età compresa tra 24 e 87 anni, con adenocarcinoma della giunzione gastroesofagea o gastrica localmente ricorrente, metastatico o non-operabile, sono stati assegnati alla migliore terapia di supporto con placebo ( n=117 ) oppure a 8 mg/kg di Ramucirumab ( n=238 ) per via endovenosa una volta ogni due settimane.

La durata mediana è stata di 8 settimane tra i pazienti del gruppo Ramucirumab e 6 settimane nel gruppo placebo.

Tutti i pazienti avevano manifestato una progressione della malattia dopo la chemioterapia di prima linea.

I pazienti trattati con Ramucirumab hanno presentato una sopravvivenza globale mediana di 5.2 mesi rispetto a 3.8 mesi del placebo ( P=0.047 ).
Il beneficio di sopravvivenza osservato tra i partecipanti trattati è rimasto significativo ( hazard ratio, HR=0.774 ) all’analisi multivariata corretta per la posizione primaria del tumore, metastasi peritoneali e performance status ECOG.

I pazienti trattati hanno avuto una mediana di sopravvivenza libera da progressione di 2.1 mesi rispetto a 1.3 mesi tra i pazienti che hanno assunto placebo.

Il tasso di decesso, al cutoff prefissato, è stato pari al 75% tra i pazienti trattati con Ramucirumab e all'85% tra quelli riceventi placebo.

E’ stata riscontrata una riduzione del rischio del 52% in caso di morte o progressione della malattia dopo il trattamento con Ramucirumab.

Gli eventi avversi si sono verificati nel 94% dei pazienti del gruppo Ramucirumab e nell’88% dei pazienti del gruppo placebo. L'ipertensione era l’effetto indesiderato più frequentemente osservato tra i soggetti che hanno ricevuto Ramucirumab ( 16% vs 8% ).
La mortalità considerata correlata al trattamento si è verificata in 5 pazienti del gruppo Ramucirumab contro 2 pazienti trattati con placebo.

Dallo studio è emersa l’ipotesi che l'inibizione della angiogenesi rappresenti un elemento chiave nel cancro dello stomaco. ( Xagena )

Fonte: The Lancet, 2013

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