Risultati finali dello studio ASCENT con Sacituzumab govitecan nel carcinoma mammario triplo negativo
Sono stati riportati i risultati finali dello studio ASCENT che ha valutato Sacituzumab govitecan ( Trodelvy ), un anticorpo farmaco-coniugato ( ADC ) che ha come bersaglio l’antigene di superficie delle cellule del trofoblasto 2 ( Trop-2 ) legato al paylod citotossico SN-38 attraverso un linker idrolisabile.
Sacituzumab govitecan è stato confrontato con la chemioterapia a scelta del clinico ( TPC ), in pazienti con carcinoma mammario triplo negativo metastatico ( mTNBC ) già precedentemente trattate con almeno due linee chemioterapiche.
Nell’analisi finale sono stati considerati come endpoint la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ), la sopravvivenza globale ( OS ), le risposte obiettive ( ORR ) e la durata delle risposte ( DoR ) nella popolazione intent-to-treat ( ITT ).
Inoltre, è stata effettuata un’analisi post-hoc nel sottogruppo di pazienti con diversa espressione di HER2 0, HER2-low ed espressione della Trop2.
Sacituzumab govitecan ha migliorato la sopravvivenza libera da progressione, con una mediana di 4.8 mesi versus 1.7 mesi della chemioterapia a scelta del clinico ( hazard ratio, HR 0.41 [95% CI, 0.33 – 0.52 ), ad indicare una riduzione del 59% del rischio di progressione della malattia o di morte a favore di Sacituzumab govitecan.
Sacituzumab govitecan ha migliorato anche la sopravvivenza globale, con una mediana pari a 11.8 mesi versus 6.9 mesi della chemioterapia a scelta del clinico ( HR 0.51 [95% CI, 0.42-0.63 ), con una riduzione del 49% del rischio di morte sempre a favore di Sacituzumab govitecan. In termini di attività SG rispetto al chemioterapia a scelta del clinico ha raggiunto il 31% di risposte globali ( versus 4%; p minore di 0.0001 ), il 40% di beneficio clinico ( vs 8%; p minore di 0.0001 ), una mediana di durata di risposte di 6.3 mesi ( vs 3.6 mesi ) e un tempo alla risposta di 1.5 mesi ( vs 1.5 mesi ).
L’analisi stratificata per sottogruppo, relativamente alla variabile di espressione di Trop-2, non ha evidenziato differenze significative di efficacia. L’efficacia di Sacituzumab govitecan nei tumori a bassa espressione di Trop-2 potrebbe essere spiegata dall’effetto bystander della molecola, dall’alta affinità di legame e dall’elevato rapporto farmaco-anticorpo, che portano a un’efficacia dell’attività antitumorale anche con bassa espressione antigenica.
Per quanto riguarda la popolazione di pazienti di cui era nota l’immunoistochimica ( IHC ) per HER2 ( 78% del totale ), il 71% dei pazienti è risultato essere HER2 IHC 0, mentre il 29% HER2-low. L’analisi di sottogruppo non ha mostrato differenze statisticamente significative.
L’analisi del profilo di sicurezza non ha rilevato difformità rispetto alle precedenti analisi, dimostrando un livello di tollerabilità a Sacituzumab govitecan in generale accettabile.
In conclusione, i risultati finali dello studio ASCENT hanno confermato gli iniziali esiti clinici in termini di miglioramenti significativi della sopravvivenza libera da progressione e della sopravvivenza globale con Sacituzumab govitecan rispetto alle opzioni chemioterapiche standard nelle pazienti con carcinoma alla mammella triplo negativo metastatico.
Sacituzumab govitecan rappresenta il primo coniugato anticorpo-farmaco entrato nella strategia terapeutica dei tumori triplo negativi in fase avanzata. ( Xagena_2024 )
Bardia A et al, J Clin Oncol 2024;42(15):1738-1744
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