Esiti clinici nei pazienti sieroconvertitori con virus HIV tipo 1 dopo l’inizio della terapia HAART
È stato compiuto uno studio per stimare il beneficio clinico dell’inizio della terapia antiretrovirale altamente attiva ( HAART ) rispetto alla terapia posticipata in un dato mese nei pazienti con conta di CD4 inferiore a 800/microl.
In questo studio di coorte osservazionale di sieroconvertitori del virus dell'immunodeficienza umana di tipo 1 ( HIV-1 ) da CASCADE ( Concerted Action on SeroConversion to AIDS and Death in Europe ), sono state costituite sottocoorti mensili sequenziali nidificate nel periodo 1996-2009, comprendendo tutti gli individui ammissibili, naive alla terapia antiretrovirale altamente attiva, senza AIDS, con una conta di cellule CD4 inferiore a 800/microl.
L'esito primario era il tempo all’insorgenza di AIDS o alla morte in coloro che hanno iniziato la terapia HAART nel mese di riferimento rispetto a quelli che non lo hanno fatto, riuniti in sottocoorti e stratificati in base alla conta delle cellule CD4.
Tra i 9455 pazienti con 52.268 anni-persona di follow-up, 812 ( 8.6% ) hanno sviluppato AIDS e 544 ( 5.8% ) sono deceduti.
Nelle stratificazioni delle conte di cellule CD4 da 200 a 349, da 350 a 499 e da 500 a 799/microl, l’inizio di HAART è stato associato con hazard ratio ( HR ) aggiustati per AIDS / morte di 0.59, 0.75 e 1.10, rispettivamente.
Nell'analisi della mortalità per qualsiasi causa, l’inizio di HAART è stato associato con hazard ratio aggiustati di 0.71, 0.51 e 1.02, rispettivamente.
I numeri di pazienti necessari da trattare per prevenire 1 evento di AIDS o morte entro 3 anni erano 21 e 34 per le stratificazioni delle conte delle cellule CD4 da 200 a 349 e da 350 a 499/microl, rispettivamente.
In conclusione, rispetto al rinvio in un dato mese, l'inizio della terapia antiretrovirale altamente attiva a una conta di cellule CD4 inferiore a 500/microl ( ma non tra 500 e 799/micron ) è risultato associato a progressione più lenta della malattia. ( Xagena_2011 )
Writing Committee for the CASCADE Collaboration, Arch Intern Med 2011; 171: 1560-1569
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