Ateroma coronarico nei pazienti con malattia coronarica: effetti di Crestor
Precedenti studi, che avevano fatto uso dell’angiografia coronarica quantitativa, hanno dimostrato che la terapia con le statine rallenta la progressione delle stenosi coronariche in proporzione ai livelli di colesterolo LDL.
Lo studio ASTEROID ( A Study to Evaluate The Effect of Rosuvastatin on Intravascular Ultrasound-Derived Coronary Atheroma Burden ) è stato il primo a dimostrare che il trattamento in monoterapia con una statina, Rosuvastatina ( Crestor ), è in grado di far regredire l’aterosclerosi coronarica.
Allo studio hanno preso parte 507 pazienti con malattia coronarica, trattati per 2 anni con Rosuvastatina 40 mg/die.
Le analisi mediante angiografia coronarica quantitativa del diametro percentuale della stenosi ed il diametro minimo del lume, sono state eseguite fino a 10 segmenti delle arterie coronariche e delle branche maggiori con diametro della stenosi, al basale, maggiore del 25%.
La Rosuvastatina ha ridotto il colesterolo LDL del 53.3% a 61.1 mg/dl, ed ha aumentato il colesterolo HDL del 13.8% a 48.3 mg/dl.
Il diametro percentuale di stenosi ( valore mediano ) si è ridotto dal 35.7% al basale al 34.5% ( p<0.001 ).
Il diametro minimo del lume è aumentato da 1.62mm a 1.67mm ( p<0.001 ).
Dallo studio è emerso che il trattamento con Rosuvastatina per 24 mesi ha abbassato i livelli di colesterolo LDL al di sotto di 70 mg/dl ed ha prodotto una regressione dell’aterosclerosi, riducendo il diametro percentuale della stenosi ed ha migliorato il diametro minimo del lume. ( Xagena2008 )
Ballantyne CM et al, Circulation 2008; 117: 2458-2466
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