Sindromi coronariche acute: i livelli di MCSF possono essere utili nella predizione della prognosi a breve termine


L’obiettivo di uno studio è stato di verificare se i livelli sierici del fattore stimolante le colonie di macrofagi ( macrophage colony stimulating factor, MCSF ), misurati durante la fase acuta delle sindromi coronariche, siano utili nella predizione degli esiti clinici a breve termine.

Sono stati inclusi nello studio 74 pazienti consecutivi ( età media di 66 anni ), ricoverati per sindrome coronarica acuta presso l’Unità di Terapia Intensiva Coronarica ( UTIC ) dell’Ospedale Universitario di Palermo.
Trentanove di questi pazienti erano stati colpiti da infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST ( NSTEMI ) e 35 da infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST ( STEMI ).

Durante il ricovero, tutti i pazienti sono stati sottoposti a ecocardiografia e la maggior parte di essi ( 84% ) è stata sottoposta ad angiografia coronarica. Campioni ematici sono stati ottenuti in tutti i pazienti per la determinazione dei livelli sierici di MCSF, proteina C-reattiva, fibrinogeno, troponina I e profilo lipidico completo.

Non è stata osservata una differenza significativa tra le concentrazioni di MCSF nei pazienti con infarto STEMI, rispetto ai pazienti con infarto NSTEMI.

Più elevati livelli di MCSF ( P=0.03 ) e di proteina C-reattiva ( P=0.03 ) sono stati riscontrati nei pazienti con una degenza ospedaliera più complicata ( per ricorrenza di angina, re-infarto e morte ) e con una malattia coronarica più grave ( P=0.04 e P=0.05 ).

Pertanto i livelli di MCSF sono utili nella predizione della prognosi a breve termine dei pazienti con sindromi coronariche acute. ( Xagena_2009 )

Novo G et al, Minerva Cardioangiologica 2009; 57: 7-11



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Cardio2009