Benefici della strategia interventistica rispetto alla strategia conservativa nei pazienti con sindrome coronarica acuta senza sopraslivellamento ST


L’outcome ( esito ) nel lungo periodo di una strategia interventistica nei pazienti con sindrome coronarica acuta senza sopraslivellamento non è noto.

I Ricercatori dello studio RITA 3 hanno valutato se una strategia interventistica ( angiografia di routine seguita da rivascolarizzazione ) fosse da preferire ad una terapia conservativa ( angiografia guidata dai sintomi o dall’ischemia ).

Lo studio ha riguardato 1810 pazienti di 45 ospedali in Gran Bretagna e Scozia.

Questi pazienti sono stati assegnati in modo random a ricevere un intervento precoce ( n = 895 ) o una strategia conservativa ( n = 915 ) entro 48 ore dall’episodio di dolore toracico.

Ad 1 anno di follow-up, l’incidenza di morte o infarto miocardico non-fatale è risultata simile; a 5 di follow-up il 16,6% dei pazienti nel gruppo di strategia interventistica ed il 20% di quelli nel gruppo conservativo sono morti o hanno avuto un infarto miocardico non-fatale ( odds ratio, OR = 0,78; p = 0,044 ).

I benefici di una strategia interventistica erano principalmente osservati nei pazienti ad alto rischio di morte o di infarto miocardico ( p = 0,004 ).

I dati dello studio hanno dimostrato che nei pazienti con sindrome coronarica acuta senza sopraslivellamento ST, una strategia invasiva di routine è associata ad una riduzione nel lungo periodo del rischio di morte o infarto miocardico non-fatale, soprattutto nei pazienti ad alto rischio.( Xagena_2005 )

Fonte: The Lancet, 2005



MedicinaNews.it