Scompenso cardiaco: gli inbitori HMG-CoA reduttasi riducono la fibrillazione atriale
Le statine sono associate ad una ridotta incidenza di aritmie minaccianti la vita nei pazienti con cardiomiopatia, e ridotta mortalità ed ospedalizzazione nello scompenso cardiaco congestizio.
Ricercatori dell’University of Minnesota a Minneapolis negli Stati Uniti, hanno verificato l’ipotesi che l’uso delle statine possa ridurre la fibrillazione atriale incidente nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia.
E’ stata esaminata una coorte di 13.783 pazienti tra il 1994 ed il 1997. Sono stati esclusi i pazienti con fibrillazione atriale nota, in trattamento con Warfarin e con malattia epatica.
L’end point primario era rappresentato dal tempo allo sviluppo di fibrillazione atriale.
Tra i 13.783 pazienti, il 39% ( n=5.417 ) aveva assunto statine. I pazienti trattati con statine erano più giovani con minor numero di condizioni comorbide.
Dopo aggiustamento per propensity, le caratteristiche basali dei pazienti trattati e non-trattati con le statine erano simili.
Nel corso di un periodo osservazionale di 4,8 anni, il 14% dei pazienti ha sviluppato fibrillazione atriale.
Nell’intera popolazione dello studio non è emersa nessuna differenza nell’incidenza di fibrillazione atriale con il trattamento con le statine ( hazard ratio, HR = 1; P=0,9 ).
Tuttavia la fibrillazione atriale era meno comune tra i pazienti trattati con statine ed affetti da scompenso cardiaco ( HR = 0.57, P=0,04 ). ( Xagena_2007 )
Selcuk Adabas et al., Am Heart J 2007; 154: 1140-1145
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XagenaFarmaci_2007