Trattamento della fibrillazione atriale nell’anziano


La fibrillazione atriale è associata a una più elevata incidenza di mortalità, ictus ed eventi coronarici rispetto al ritmo sinusale. La fibrillazione atriale con elevata frequenza ventricolare può causare una cardiomiopatia correlata alla tachicardia.

La cardioversione elettrica immediata dovrebbe essere eseguita in pazienti con fibrillazione atriale e infarto miocardico acuto, dolore toracico dovuto a ischemia miocardica, ipotensione, scompenso cardiaco grave o sincope.

Nella fibrillazione atriale a elevata penetranza ventricolare, possono essere somministrati per via endovenosa beta-bloccanti, Diltiazem ( Tildiem ) o Verapamil ( Isoptin ) per ridurre prontamente la frequenza.
La somministrazione orale di beta-bloccante, Verapamil o Diltiazem dovrebbe essere utilizzata nei pazienti con fibrillazione atriale rapida a riposo oppure da sforzo nonostante il trattamento con Diossina ( Lanoxin ).

L’Amiodarone ( Cordarone ) può essere utilizzato in pazienti selezionati con fibrillazione atriale sintomatica e minacciosa per la vita ma refrattaria ad altri farmaci.

La Digossina non dovrebbe essere utilizzata nei pazienti per trattare forme di fibrillazione atriale parossistica.

Le terapie non-farmacologiche dovrebbero essere riservate ai pazienti con fibrillazione atriale sintomatica in cui la frequenza ventricolare non possa essere controllata farmacologicamente.

La presenza di fibrillazione atriale parossistica nella sindrome tachicardia-bradicardia dovrebbe essere trattata mediante associazione di un pacemaker permanente in associazione a farmaci.
Un pacemaker permanente dovrebbe essere impiantato in pazienti con fibrillazione atriale e sintomi quali pre-lipotimia o sincope associate a pause ventricolari di durata superiore ai 3 secondi e non-indotte da farmaci.

La cardioversione elettrica elettiva presenta un più elevato tasso di successo e una minore incidenza di eventi avversi rispetto alla cardioversione farmacologica per il ripristino del ritmo sinusale.
Salvo che la presenza di trombi nell’atrio sinistro non sia stata esclusa mediante ecocardiografia transesofagea, la terapia anticoagulante orale con Warfarin ( Coumadin ) dovrebbe essere somministrata per 3 settimane prima di una cardioversione elettrica elettiva o cardioversione farmacologica e continuata per almeno 4 settimane dopo il ripristino del ritmo sinusale.

Molti cardiologi, specialmente nei pazienti più anziani, preferiscono optare per il controllo della frequenza più Warfarin piuttosto che il mantenimento del ritmo sinusale con farmaci antiaritmici.

I pazienti con fibrillazione atriale cronica o parossistica ad alto rischio di ictus dovrebbero essere trattati cronicamente con Warfarin, mantenendo un valore di INR compreso fra 2 e 3.
I pazienti con fibrillazione atriale a basso rischio di ictus o con controindicazioni al Warfarin dovrebbero essere trattati con Acido Acetilsalicilico ( Aspirina ) 325 mg/die. ( Xagena_2009 )

Aronow WS, Minerva Medica 2009;100:3-24



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