Ablazione per fibrillazione atriale: l'esito è meno favorevole per i pazienti con sindrome metabolica
Precedenti studi hanno riportato che la sindrome metabolica è associata allo sviluppo di fibrillazione atriale. Tuttavia l’impatto sulle proprietà del substrato atriale e sull’ablazione mediante catetere nei pazienti con fibrillazione atriale non è ancora ben definita.
Ricercatori del National Yang-Ming University School of Medicine di Taipei a Taiwan, hanno compiuto una dettagliato mappaggio di 59 soggetti, facenti parte di un gruppo di 282 pazienti con fibrillazione atriale ( 216 con fibrillazione atriale parossistica e 66 con fibrillazione atriale non-parossistica ), sottoposti ad ablazione mediante catetere.
I pazienti sono stati classificati sulla base della sindrome metabolica, definita in accordo alle lineeguida NCEP ATP III.
I pazienti con sindrome metabolica presentavano una più alta incidenza di fibrillazione atriale ricorrente, rispetto a quelli senza sindrome metabolica ( 55% vs 24%; p<0.001 ), ed una più alta incidenza di recidiva di fibrillazione atriale non originante dalla vena polmonare ( 45% vs 20%; p=0.037 ).
In conclusione, la sindrome metabolica è risultata associata a maggiori dimensioni dell’atrio sinistro e del substrato aritmogenico, condizioni queste che possono aumentare il rischio di recidive dopo ablazione della fibrillazione atriale.
Pertanto per i pazienti con sindrome metabolica può risultare utile un buon controllo dei disturbi metabolici in modo da migliorare l’outcome ( esito ) dopo ablazione della fibrillazione atriale. ( Xagena_2009 )
Chang S-L et al, Am J Cardiol 2009; 103: 67-72
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