Infarto miocardico acuto complicato da fibrillazione atriale


La fibrillazione atriale spesso complica l’infarto miocardico acuto con un’incidenza compresa tra 6% e 21%.
I predittori dell’aritmia nell’ambito dell’infarto miocardico acuto comprendono: età avanzata, sintomi di insufficienza cardiaca, e funzione ventricolare sinistra depressa.

La fibrillazione atriale nei pazienti ospedalizzati per infarto miocardico acuto ha implicazioni prognostiche non-favorevoli riguardo alla permanenza in ospedale, ma anche sulla mortalità nel lungo periodo.

Questo dato sembra valere per tutti le popolazioni di pazienti studiate senza significative differenze riguardo al trattamento dell’infarto del miocardio ( ad es, nessuna terapia di riperfusione versus trombolisi versus intervento coronarico percutaneo ).

La mortalità risulta particolarmente alta nei pazienti che presentano insufficienza cardiaca congenita e/o ridotta frazione d’eiezione ventricolare sinistra.

Inoltre, la fibrillazione atriale che complica l’infarto miocardico acuto non solo aumenta il rischio di ictus ischemico durante l’ospedalizzazione ma anche durante il periodo osservazionale.
Questo sembra anche riguardare i pazienti con fibrillazione atriale transitoria, in cui il ritmo sinusale è stato ripristinato prima della dimissione. ( Xagena_2009 )

Schmitt J et al, Eur Heart J 2009; 30: 1038-1045



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