Dronedarone minore incidenza di effetti indesiderati, ma meno efficace dell’Amiodarone nella fibrillazione atriale


Ricercatori della Duke University a Durham negli Stati Uniti, hanno compiuto una comparazione tra Dronedarone ( Multaq ) e Amiodarone ( Cordarone ) nella prevenzione della fibrillazione atriale ricorrente.

Il Dronedarone è un congenere non-iodato dell’Amiodarone, sviluppato per mantenere il ritmo sinusale.

Pochi dati sono disponibili riguardo alla comparazione tra i due farmaci antiaritmici riguardo all’efficacia e alla sicurezza.

E’ stata condotta una ricerca sistematica di tutti gli studi controllati e randomizzati in cui gli Autori hanno valutato Dronedarone o Amiodarone nella prevenzione della fibrillazione atriale.

Sono stati identificati 4 studi controllati con placebo riguardanti il Dronedarone e 4 con Amiodarone, ed uno studio Dronedarone versus Amiodarone.

Utilizzando un modello ad effetti-casuali, è stata osservata una significativa riduzione del rischio stimato nella fibrillazione atriale ricorrente con Amiodarone verso placebo ( odds ratio, OR=0.12 ), ma non con Dronedarone verso placebo ( OR=0.79 ).

Un modello di regressione logistica che ha conglobato tutti gli studi, ha trovato che l’Amiodarone è superiore al Dronedarone ( OR=0.49; p<0.001 ) nella prevenzione della fibrillazione atriale ricorrente.
Inoltre, è stato anche osservato un trend verso una più elevata mortalità per tutte le cause ( OR=1.61; p=0.066 ) e una più elevata incidenza di eventi avversi, richiedenti interruzione del trattamento con l’Amiodarone verso Dronedarone ( OR=1.81; p<0.001 ).

Dall’analisi degli studi finora effettuati è emerso che il Dronedarone è meno efficace dell’Amiodarone nel mantenimento del ritmo sinusale, ma ha più pochi effetti indesiderati.
Per ogni 1000 pazienti trattati con Dronedarone anziché con Amiodarone, si stimano circa 228 più recidive di fibrillazione atriale contro 9.6 meno morti e 62 meno eventi avversi richiedenti interruzioni del farmaco. ( Xagena_2009 )

Piccini JP et al, J Am Coll Cardiol 2009; 54: 1089-1095



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