Almarytm: avvertenze speciali e precauzioni d’impiego
Almarytm, il cui principio attivo è la Flecainide, è un potente farmaco antiaritmico della Classe 1C di Vaughan-Williams ( anestetico locale ).
La Flecainide deprime significativamente, in misura correlata alla dose, la conduzione entro il tessuto miocardico rallentando la depolarizzazione della cellula cardiaca ( fase 0 ); agisce prevalentemente sul sistema di conduzione di His-Purkinje ( conduzione H-V ) e, in modo minore, sulla conduzione nodale atrio-ventricolare e interatriale.
Fibrillazione atriale cronica
L'impiego di Almarytm ( Flecainide ) nella fibrillazione atriale cronica va evitato, in quanto non sufficientemente documentato.
Effetti proaritmici
Il trattamento con Almarytm per via orale deve avvenire in ospedale o sotto la supervisione di uno specialista per i pazienti con:
- tachicardia atrioventricolare da rientro nodale reciprocante; aritmie associate alla sindrome di Wolff-Parkinson-White e nelle condizioni simili con vie di conduzione accessorie;
- fibrillazione atriale parossistica nei pazienti con sintomi disabilitanti.
Almarytm ha mostrato di aumentare il rischio di mortalità post-infarto miocardico nei pazienti con aritmia ventricolare asintomatica.
Almarytm come altri antiaritmici, può provocare effetti pro-aritmici, cioè può provocare la comparsa di un tipo più grave di aritmia, aumentare la frequenza di una aritmia esistente o la gravità dei sintomi.
Negli studi con Flecainide impiegata come trattamento delle aritmie ventricolari, il 75% degli eventi proaritmici furono tachiaritmie ventricolari nuove o aggravate, il rimanente furono incrementi nella frequenza dei battiti ectopici ventricolari o nuove aritmie sopraventricolari.
Considerando i pazienti trattati con Flecainide per tachicardia ventricolare sostenuta, l’80% degli eventi proaritmici è comparso entro 14 giorni dall’inizio della terapia.
Nei pazienti trattati per aritmia sopraventricolare gli eventi proaritmici sono stati riscontrati nel 4% dei casi e consistevano nell’aggravamento dell’aritmia sopraventricolare, o nella comparsa ( nei pazienti con ischemia miocardica ) di aritmia ventricolare.
Nei pazienti con aritmie complesse spesso è difficile distinguere una variazione spontanea nel preesistente disordine individuale del ritmo da un peggioramento indotto dal farmaco; pertanto le conseguenti percentuali sono da considerarsi approssimative.
Effetti proaritmici sono stati riferiti nel 7% dei pazienti trattati con Flecainide. La loro frequenza è risultata correlata alla dose ed alla preesistente patologia cardiaca.
Tra i pazienti trattati con Flecainide per tachicardia ventricolare sostenuta ( che frequentemente presentavano anche insufficienza cardiaca, ridotta frazione d'eiezione, precedenti di infarto miocardico e/o episodi di arresto cardiaco ), l’incidenza di eventi proaritmici è stata del 13% quando la posologia fu iniziata a 200 mg/die con graduali aumenti senza superare i 300 mg/die nella maggior parte dei pazienti.
In studi preliminari su pazienti con tachicardia ventricolare sostenuta sottoposti a dose iniziale più elevata ( 400 mg/die ) l’incidenza degli eventi proaritmici è stata del 26% con evoluzione fatale in circa il 10% dei pazienti trattati; con dosi iniziali più basse, l’incidenza degli eventi proaritmici con evoluzione fatale diminuì allo 0,5%.
Insufficienza cardiaca
Almarytm dovrebbe essere evitato nei pazienti con malattia cardiaca strutturale o anormale funzione ventricolare sinistra. Almarytm ha un effetto inotropo negativo che può causare o aggravare una insufficienza cardiaca congestizia, specialmente nei pazienti affetti da cardiomiopatia, preesistente insufficienza cardiaca grave ( classe NYHA funzionale III o IV ) o ridotta frazione d'eiezione ( meno del 30% ).
Nei pazienti con aritmie sopraventricolari durante il trattamento con la Flecainide si osserva la comparsa o il peggioramento di insufficienza cardiaca nello 0,4% dei casi.
L’insorgenza o l’aggravamento di insufficienza cardiaca congestizia, attribuibile alla terapia con Flecainide, nei pazienti con tachicardia ventricolare sostenuta si è manifestata nel 6,3% dei casi circa.
Attenzione particolare va rivolta al mantenimento della funzionalità cardiaca, comprendente l’ottimizzazione della terapia digitalica, diuretica od altre.
Nei casi in cui l’insufficienza si era sviluppata o aggravata durante il trattamento con Flecainide, il tempo d’insorgenza variò da poche ore a diversi mesi dopo l’inizio della terapia.
Alcuni pazienti in cui si sia sviluppata una riduzione della funzionalità miocardica durante il trattamento con Almarytm possono continuare la terapia con aggiustamenti delle dosi di digitale o diuretici; altri possono richiedere la riduzione della posologia o l’interruzione della terapia con Almarytm.
Se possibile, dovrebbero essere controllati i livelli plasmatici di Flecainide, che dovrebbero essere mantenuti al di sotto di 0,7-1,0 µg/ml.
Almarytm deve essere usato con cautela nei pazienti con insorgenza acuta di fibrillazione atriale dopo chirurgia cardiaca.
Effetti sulla conduzione cardiaca
Almarytm rallenta la conduzione cardiaca, prolunga l’intervallo QT e allarga il complesso QRS del 12-20%. L’effetto sull’intervallo JT è insignificante. L’intervallo PR aumenta in media di circa il 25% ( 0,04 secondi ) e fino al 118% in alcuni pazienti.
Circa in un terzo di pazienti si può sviluppare un nuovo blocco cardiaco atrio-ventricolare ( AV ) di primo grado ( intervallo PR maggiore di 0,20 secondi ).
In molti pazienti si sviluppano complessi QRS di durata pari o superiore a 0,12 secondi. In uno studio, nel 4% dei pazienti si è sviluppato un nuovo blocco di branca durante il trattamento con Flecainide.
Il grado di allungamento degli intervalli PR e QRS non è predittivo né dell’efficacia né dell’insorgenza di reazioni indesiderate cardiache.
Negli studi clinici un aumento degli intervalli PR pari o superiore a 0,30 secondi o degli intervalli QRS pari o superiore a 0,18 secondi era insolito. Qualora tali incrementi dovessero manifestarsi, è obbligo usare cautela e considerare possibili riduzioni della posologia.
È stato riportato un caso di aritmia tipo torsione di punta associato alla terapia con Flecainide.
Modifiche della conduzione clinicamente significative sono state osservate con le seguenti frequenze: disfunzione del nodo del seno come pausa sinusale, arresto sinusale e bradicardia sinusale ( 1,2% ); blocco atrio-ventricolare di secondo grado ( 0,5% ) e blocco AV di terzo grado ( 0,4% ).
Per rendere minimi tali effetti è necessario trattare il paziente con la dose efficace più bassa.
Nel caso di insorgenza di blocco atrio-ventricolare di secondo grado o terzo grado o blocco di branca destro associato a emiblocco sinistro, la terapia con Almarytm va interrotta a meno che non vi sia un pacemaker ventricolare impiantato o temporaneo per assicurare un adeguato ritmo ventricolare.
Come per gli altri farmaci della Classe 1, sono stati segnalati casi di conduzione atrioventricolare 1:1 in pazienti trattati per flutter atriale, riferibili a un rallentamento della frequenza atriale.
I pazienti con fibrillazione atriale trattati con Almarytm possono manifestare anche un aumento paradosso della frequenza ventricolare.
Il rischio di questa complicazione può essere diminuito mediante una terapia concomitante cronotropa negativa con Digossina o betabloccanti.
Malattia del nodo del seno
Almarytm deve essere usato con estrema precauzione nei pazienti affetti da malattia del nodo del seno poiché può indurre bradicardia sinusale, pausa o arresto sinusali.
Una sindrome di Brugada può essere smascherata grazie alla terapia con Almarytm. Se durante il trattamento con Almarytm si sviluppano alterazioni dell’ECG ( elettrocardiogramma ) che possono indicare la sindrome di Brugada, deve essere presa in considerazione l’interruzione del trattamento.
Compromissione epatica
Poiché l’eliminazione della Flecainide dal plasma può essere nettamente più lenta nei pazienti con compromissione epatica significativa, Almarytm non deve essere usato in tali pazienti, a meno che i potenziali benefici superino i rischi.
Eventuali incrementi del dosaggio andranno effettuati con molta cautela, tenendo presente che, in tali pazienti, il raggiungimento del plateau richiede più di 4 giorni.
È raccomandato un monitoraggio dei livelli plasmatici.
Compromissione renale
Almarytm deve essere usato con cautela nei pazienti con compromissione della funzionalità renale ( clearance della creatinina minore o uguale a 35 ml/min/1.73 m2 ); il monitoraggio terapeutico è raccomandato.
Anziani
Il tasso di eliminazione di Almarytm dal plasma può essere ridotto negli anziani. Ciò deve essere tenuto in considerazione quando si effettua l’aggiustamento della dose.
Popolazione pediatrica
Almarytm non è raccomandato nei bambini al di sotto dei 12 anni di età, in quanto vi sono evidenze insufficienti del suo uso in questa fascia di età.
Disturbi elettrolitici
Eventuali disturbi elettrolitici ( ad esempio ipopotassiemia e iperpotassiemia ) devono essere corretti prima di usareAlmarytm.
La grave bradicardia o la marcata ipotensione devono essere corrette prima di usare Almarytm.
Effetti sulla soglia di stimolazione
È noto che la Flecainide può elevare le soglie di stimolazione endocardica, cioè può diminuire la sensibilità di stimolazione endocardica e sopprimere i ritmi di scappamento ventricolare. Questi effetti sono più marcati sulla soglia di stimolazione acuta rispetto a quella cronica e sono reversibili con la sospensione dell'antiaritmico.
Almarytm deve quindi essere usato con cautela in tutti i pazienti con pacemaker permanente o con elettrodi di stimolazione temporanea, e non deve essere somministrato a pazienti con pacemaker a bassa soglia o pacemaker non-programmabili, a meno che non si abbia a disposizione uno stimolatore cardiaco per una cardiostimolazione di emergenza.
Nei pazienti portatori di pacemaker la soglia di stimolazione dovrebbe essere determinata prima di iniziare la terapia con Almarytm, di nuovo dopo una settimana di somministrazione e in seguito ad intervalli regolari di tempo.
Generalmente le variazioni delle soglie rientrano nella gamma dei pacemaker pluriprogrammabili e, quando intervengano, il raddoppio o del voltaggio o dell’intensità dello stimolo è normalmente sufficiente per riottenere la cattura.
Per alcuni pazienti è risultata difficile la defibrillazione. Nella maggior parte dei casi riportati i pazienti soffrivano di un disturbo cardiaco preesistente con un ingrossamento cardiaco, anamnesi di infarto del miocardio, cardiopatia arteriosclerotica e insufficienza cardiaca. ( Xagena_2023 )
Fonte: AIFA, 2023
Xagena_Medicina_2023