Elettrocardiogramma tipo Brugada e stratificazione del rischio


La stratificazione del rischio dei pazienti con elettrocardiogramma ( ECG ) tipo Brugada è stata fortemente dibattuta.
I registri internazionali hanno fornito risultati contrastanti; sono stati arruolati casi non consecutivi, studiati con differenti protocolli di stimolazione elettrica programmata ( PES ).

Lo studio, condotto da Italian Association of Arrhythmology and Cardiostimulation ( AIAC ) - Piedmont Section, aveva come obiettivo quello di valutare in modo prospettico l'incidenza di eventi aritmici e il ruolo prognostico della presentazione clinica, dell’ECG, e di un protocollo PES standardizzato in casi consecutivi di una popolazione basata sulla comunità.

Un totale di 166 pazienti consecutivi ( età media: 45 anni ) con aspetto di Brugada all’ECG sono stati arruolati.

Il pattern ECG di tipo 1 è stato osservato spontaneamente in 72 ( 43% ) pazienti e dopo test farmacologici in 94 ( 57% ).

Centotre ( 62% ) pazienti erano asintomatici; 58 ( 35% ) avevano presentato sincope, e 5 ( 3% ) avevano sperimentato in precedenza un arresto cardiaco.

Un totale di 135 ( 81% ) pazienti sono stati sottoposti a stimolazione PES con due extra-stimoli fino a refrattarietà ventricolare; il 34% ha presentato fibrillazione ventricolare indotta.

Eventi aritmici si sono presentati in 9 pazienti con un follow-up medio di 30 mesi ( 2.2 eventi per 100 persone-anno ): 3 ( 60% ) pazienti con morte improvvisa abortita, 5 ( 8.6% ) pazienti con sincope, e 1 ( 1% ) paziente asintomatico.

I soli predittori di eventi erano una storia di sincope o morte improvvisa abortita ( p=0.02) e l’induzione alla PES ( p=0.004 ).

Dallo studio è emerso che la presentazione clinica era il parametro più importante nella stratificazione del rischio dei pazienti con caratteristiche di Brugada all’elettrocardiogramma.
La stimolazione elettrica programmata appare essere utile, in particolare nei pazienti con precedente sincope. ( Xagena_2009 )

Giustetto C et al, Europace 2009; 11: 507-513



Link: MedicinaNews.it

Cardio2009