Emorragie e complicanze tromboemboliche nei pazienti con fibrillazione atriale isolata


Nello studio RACE ( Rate Control versus Electrical Cardioversion for Persistent Atrial Fibrillation ) 522 pazienti sono stati assegnati in modo casuale alla terapia di controllo del ritmo cardiaco o della frequenza ventricolare.

La fibrillazione atriale isolata era presente nel 17% ( n = 89 ) dei pazienti.

I Ricercatori hanno confrontato i dati demografici, la mortalità e la morbidità cardiovascolare e la qualità di vita, nei pazienti con fibrillazione atriale isolata e in quelli con malattia cardiaca strutturale.

I pazienti con fibrillazione atriale isolata erano più giovani ( 65 versus 69 anni; in media ), presentavano minori disturbi associati alla fatica e alla dispnea, avevano una migliore qualità di vita.

Il periodo osservazionale è stato di 2,3 anni.

L’end point cardiovascolare si è presentato:

- nel 10% ( n = 9 ) dei pazienti con fibrillazione atriale isolata: morte per sanguinamento 3%, complicanze tromboemboliche 3%, sanguinamento non fatale 2%, impianto di pacemaker 2%;
- nel 22% ( n = 95 ) dei pazienti con cardiopatia sottostante. ( Xagena_2004 )

Rienstra M et al, Am J Cardiol 2004; 94:1486-1490



MedicinaNews.it