Trattamento dell’asma allergico nei pazienti in età pediatrica


L’asma nei bambini è caratterizzato da sintomi ricorrenti come i sibili, la dispnea, e la tosse, determinati da ostruzione delle vie aeree e da iper-responsività bronchiale, e da un sottostante stato infiammatorio.
La presenza di una sensibilizzazione allergica, e della rinite allergica in particolare, è strettamente associata all’asma.

L’obiettivo del trattamento dell’asma è di ottenere e mantenere il controllo delle manifestazioni cliniche della patologia. Ciò può essere ottenuto con il trattamento farmacologico, con l’educazione dei pazienti, e, nel caso dell’asma allergico, con l’evitare determinati allergeni e con l’immunoterapia specifica.

I farmaci impiegati nell’asma possono essere classificati come controllori, come i corticosteroidi inalatori e gli antagonisti del recettore dei leucotrieni, o reliever ( broncodilatatori impiegati durante l’esacerbazione acuta della malattia ).

I corticosteroidi inalatori sono i farmaci controllori antinfiammatori più efficaci per il trattamento dell’asma persistente nei bambini di qualsiasi età, tuttavia non vi è consenso circa la dose iniziale ottimale.
Studi di dose-risposta hanno riportato un marcato e rapido miglioramento dei sintomi clinici e della funzionalità polmonare a bassi dosaggi di corticosteroidi inalatori, e hanno concluso che l’asma lieve è ben controllata con tali dosaggi nella maggior parte dei bambini, con buona sicurezza clinica.

Nei casi in cui non vi sia un miglioramento con la ridotta dose iniziale di corticosteroidi inalatori, si deve prendere in considerazione un aumento del dosaggio dello steroide o l’aggiunta in terapia di antagonisti del recettore dei leucotrieni o di beta2-agonisti inalatori a lunga durata d’azione.

Quando l’asma è causato da un’allergia ad aeroallergeni, si deve tenere in conto l’immunoterapia specifica, sia nella forma sottocutanea che sublinguale.
La via sublinguale è più sicura e più facilmente accettata dai bambini. ( Xagena_2010 )

Leo G, Incorvaia C, Minerva Pediatrica 2010; 62: 475-484



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