Dalla natura la ricetta per la moda antiallergica

A cura di Marina Bestetti

Secondo un'inchiesta condotta dal Gruppo italiano ricerca dermatiti da contatto e ambientali (Girdca) è stato evidenziato un aumento, negli ultimi anni, di reazioni allergiche agli indumenti e agli accessori metallici.
Ma quali sono le sostanze presenti nei tessuti che creano irritazione?
Più che i tessuti in sé, sono i prodotti utilizzati per il trattamento o per la finitura (come le resine apprettanti) i plastificanti e i coloranti azoici e antrachinonici i principali responsabili delle irritazioni cutanee. Queste sostanze vengono utilizzate indifferentemente sia per i tessuti naturali che per quelli sintetici. Il luogo comune secondo cui le fibre sintetiche siano più facilmente responsabili delle reazioni allergiche rispetto a quelle naturali (lana, seta, cotone…) sembrerebbe dunque essere priva di fondamento. E' invece dimostrato che il tessuto sintetico, ostacolando la traspirazione, facilita un maggior rilascio di coloranti al contatto con il sudore, da cui i principali problemi cutanei.
Per ovviare a questo tipo di problema sono stati creati tessuti tinti con colori i cui principi attivi derivano da materie prime, come si faceva una volta. Vengono infatti riutilizzati coloranti come lo zafferano, la curcuma (una pianta asiatica che conferisce una colorazione gialla) e il cartamo (dai cui fiori si ottiene una tinta rossa). La ricerca poi si è estesa anche alle nuove coltivazioni, un esempio su tutti è il cotone blu con manipolazioni genetiche.
Naturalmente questo ritorno al passato ha l'enorme pregio di garantire prodotti di buona qualità rispettando l'ambiente, l'unico neo è il costo che è così elevato che, per il momento è impensabile una produzione su larga scala.