Prevenzione del tumore del colon e del retto


Uno studio epidemiologico, pubblicato nel 2019 sulla rivista JNCI Cancer Spectrum, ha mostrato che oltre il 5% dei tumori colorettali diagnosticati negli Stati Uniti nel 2015 sarebbe da ricondurre a una dieta inadeguata.
Considerando i numeri italiani, questo vuol dire che soltanto nel 2020 sarebbe stato possibile evitare oltre 2.200 nuove diagnosi ( su 43mila complessive ) intervenendo sulle abitudini alimentari. Ma in realtà, secondo gli Esperti, i numeri potrebbero essere anche più elevati.

Per parlare di corretta alimentazione e cancro del colon, occorre tenere presenti due aspetti distinti. Da un lato c'è il rischio acuito dallìaumento di peso. Per questo, consumare quantità eccessive di tutti gli alimenti e, nello specifico, di alcuni di questi, gioca a sfavore.
A essere sfavoriti sono i consumi di prodotti ricchi di grassi saturi e trans e zuccheri. Anche questi ultimi, infatti, se assunti in quantità superiori al fabbisogno, vengono stoccati nel fegato sotto forma di grassi ( trigliceridi ). Questi ultimi, a parità di peso, garantiscono un maggiore apporto energetico. E, di conseguenza, di riserve che finiscono per determinare l'aumento del peso corporeo.

La prevenzione passa anche dall'abitudine a svolgere attività fisica. Oltre ad avere probabilmente dei meccanismi propri di prevenzione, il movimento è il migliore argine all'allargamento del girovita ( i maggiori pericoli sembrano derivare dal grasso viscerale ). Maggiore è il dispendio energetico, meno rigida dovrà essere la dieta.

Dallo studio statunitense è emerso che, al di là dei chili di troppo, l'impatto più significativo sembra giungere da una dieta nel complesso squilibrata, di cui il sovrappeso e l'obesità sono tutt'al più una conseguenza.

Quella maggiormente associata a un'alimentazione preventiva è la dieta mediterranea. Questo insieme di abitudini consiste principalmente nel favorire determinati alimenti ( cereali integrali, verdure e frutta fresca, legumi, olio extravergine di oliva, frutta secca e semi, pesce ) e nel limitarne altri ( bevande alcoliche, carni lavorate, carni rosse, dolciumi ).

La ricerca statunitense ha evidenziato come i fattori dietetici a maggiore impatto sul rischio di ammalarsi di tumore del colon sono rappresentati dallo scarso consumo di cereali integrali e di latticini ( elementi chiave per una dieta mirata a prevenire l'insorgenza delle malattie oncologiche ), bilanciato dagli apporti sopra la media di carni processate ( dagli insaccati alle salsicce e i wurstel ).

L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha definito la carne rossa probabilmente cancerogena e quella trasformata sicuramente cancerogena.
Le conferme sull’associazione tra i consumo di carne rossa e il possibile aumento del rischio di tumore del colon-retto sono giunte anche dagli studi condotti nell'ambito del progetto Epic e dal report del World Cancer Research Fund.
Di conseguenza ridurre questi alimenti nella dieta è senza dubbio una scelta di salute, che non riguarda soltanto la prevenzione dei tumori, ma anche delle malattie cardiovascolari.

Anche la cottura può giocare un ruolo importante nel determinare i rischi per la salute legati al consumo di carne. Grigliate, barbecue e altre modalità che espongono i cibi a temperature elevate generano la produzione di composti chimici che aumentano il rischio oncologico come le amine eterocicliche e gli idrocarburi policiclici aromatici.
E' preferibile optare per metodi di cottura più sani, come ad esempio al vapore o al forno. E, in ogni caso, abbinare un contorno a base di verdure alla carne. In questo modo le fibre contribuiranno a limitare l’assorbimento di sostanze nocive nel tratto digerente.

Tra i fattori di rischio più significativi per il cancro colorettale, vi sono le bevande alcoliche. E' noto da tempo che l'Etanolo e il suo metabolita Acetaldeide hanno un ruolo di primo piano nella comparsa di nuovi casi di tumore, relativamente agli organi che appartengono all'apparato digerente.
Nel caso del colon, l'organo sembra essere particolarmente sensibile già a partire da consumi moderati ( 1-4 bicchieri al giorno ).
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, l’abuso causa l’11% dei tumori del colon-retto.
Ciò che danneggia le cellule è l’Etanolo contenuto nella birra, nel vino e nei superalcolici. Occorre ricordare anche che l’alcol è una fonte di calorie senza alcun valore nutrizionale. Un grammo di alcol apporta 7 chilocalorie, contro le 9 di un grammo di grassi e le circa 4 di un grammo di carboidrati o di proteine.

Un consumo elevato di latte e dai suoi derivati può accrescere i livelli di IGF-1 ( insulin-like growth factor-I ), una molecola che è risultata coinvolta nell’aumento, seppur moderato, del rischio di alcuni tumori. Su tutti, quello della prostata.
Tuttavia, lo stesso report ha messo in luce che latte, formaggio a basso contenuto di grasso, latticini e diete ricche di calcio avrebbero un effetto protettivo contro il tumore del colon-retto.
Il consumo di 2-3 porzioni giornaliere di latte e yogurt ( 125 ml ) e di 1-2 porzioni settimanali di formaggio fresco ( 100 g ) o stagionato ( 50 g ) non ha effetti negativi sulla salute, ma anzi può contribuire al benessere del microbiota. ( Xagena_2021 )

Fonte: Fondazione Veronesi, 2021

Xagena_Medicina_2021